TOURVILLE, Anne-Hilarion de Cotentin, conte di
Ammiraglio francese, nato a Tourville il 24 novembre 1642, morto a Parigi il 28 maggio 1701. Era discendente da una delle più antiche famiglie di Normandia; seguendo il desiderio della famiglia entrò come cavaliere nell'Ordine di Malta, e al comando di galere combatté contro i Turchi e i pirati barbareschi. Nel 1667, ritornato in Francia, fu ammesso nella marina francese e, col grado di capitano di vascello, si segnalò nella spedizione di Candia. Nel 1670 il T. comandava una nave della squadra di V. d'Estrées mandata a operare, in unione con la squadra del duca di York, contro l'Olanda, e seppe meritare i più vivi elogi dal comandante in capo. Prese parte alla battaglia di Solebay (7 giugno 1672) e l'anno seguente a tutte le azioni contro le coste olandesi. Si segnalò poi (1675) nella guerra della Francia contro Olanda e Spagna coalizzate. Contribuì alla vittoria di Augusta (Sicilia), ove l'ammiraglio Ruyter fu ferito mortalmente (21 aprile 1675), e un mese dopo, comandante di una piccola squadra di nove unità, attaccò presso Palermo l'avanguardia nemica, incendiando tre vascelli, la nave ammiraglia spagnola, quella olandese, e sette altre unità che si erano gettate in costa. Nel 1682 combatté e vinse i corsari tripolini che infestavano le coste di Provenza e intralciavano il commercio; l'anno dopo prese parte a una spedizione contro le coste algerine e tripoline, e nel 1684 partecipò al bombardamento di Genova; nel 1688 attaccò e costrinse alla resa due bastimenti olandesi carichi di ricche mercanzie, che inviò in Francia facendoli scortare da due bastimenti della sua squadra, e coi tre rimastigli fece rotta su Algeri. Ivi giunto bombardò la città e affondò 5 legni da guerra che erano in porto. L'anno successivo fu promosso viceammiraglio e nominato comandante della flotta del Levante. Luigi XIV, volendo ristabilire Giacomo II sul trono d'Inghilterra, ordinò al T. di riunire la sua flotta a quella comandata da F. Château-Renault, per operare una dimostrazione navale sulle coste d'Irlanda. Il 20 luglio 1690 i due ammiragli incontrarono la flotta anglo-olandese, forte di 112 navi, nelle acque dell'Isola Wight, e la battaglia durò dalle 9 del mattino sino alle del pomeriggio. Gl'Inglesi non opposero che breve resistenza, la maggior parte dei bastimenti olandesi furono disalberati, i due terzi degli equipaggi messi fuori combattimento o fatti prigionieri; 15 grossi vascelli andarono perduti, e il resto si rifugiò parte presso le dune olandesi, parte nel Tamigi. La flotta del T. si lanciò all'inseguimento degl'Inglesi e riuscì a distruggere altri 12 vascelli e un buon numero di trasporti. Le perdite dell'ammiraglio francese furono minime. La vittoria riportata dal T. sulle armate navali inglese ed olandese riunite rese la Francia padrona del mare.
L'anno seguente (1691) il T. fu designato a comandare la flotta dell'Oceano e con essa tenne libera la Manica, catturò undici bastimenti mercantili inglesi che si recavano in America, e tre navi da guerra che li scortavano. Con tale azione favorì la discesa in Irlanda delle truppe che il re Luigi XIV inviava al re Giacomo II. Il 29 maggio 1692 affrontò al Capo La Hougue (v. App.) le flotte inglese e olandese di molto superiori alla propria (80 navi alleate contro 40), e se nella battaglia che durò un'intera giornata fu vinto, perdendo dieci unità, la sconfitta rese più glorioso il suo nome. Non solo in Francia si rese giustizia al suo valore, ma anche gli stranieri ne elogiarono la prudenza e il coraggio. Il 17 marzo 1693 il re lo nominò maresciallo di Francia, e il 28 giugno il T. assalì una flotta mercantile degli alleati, scortata da 27 unità da guerra. La vittoria arrise al T., che riuscì a catturare al nemico 27 navi, fra cui 2 da guerra, e ad incendiarne 45. Nel 1694 ebbe il comando della squadra destinata a proteggere le operazioni delle truppe del maresciallo di Noailles in Catalogna; dal 1695 al 1698 ebbe il comando superiore sulle coste del mezzogiorno della Francia.
Il T. fu uno degli uomini migliori della marina francese di tutti i tempi, e certo tra i più celebri del regno di Luigi XIV. Egli possedeva tutte le qualità necessarie a un vero capo: intrepidità nei pericoli, prudenza e sangue freddo ammirabili in ogni occasione. La sua straordinaria abilità nel manovrare gli procurò spesso la vittoria, la prontezza nell'uso delle artiglierie favorì i suoi successi. Oltre ad essere un tecnico di prim'ordine, coltivò con amore le scienze navali, scrisse un trattato di tattica navale, perfezionò, semplificandolo, il servizio manovre e segnali.
Bibl.: E. De Broglie, Un grand marin. T., Parigi 1908.