Torricelli
Torricelli Evangelista (Roma 1608 - Firenze 1647) matematico e fisico italiano. Pur di famiglia di modeste condizioni, ricevette un’adeguata istruzione; quella scientifica venne curata dai gesuiti del collegio di Faenza, di quella umanistica si occupò, invece, lo zio paterno, monaco camaldolese. Nel 1627, fu inviato dallo zio a Roma per seguire le lezioni di Benedetto Castelli, di cui fu segretario fino al 1632. Nel 1641 Castelli presentò a Galileo, che si era ritirato ad Arcetri, il manoscritto dell’opera del suo allievo dal titolo De motu gravium (Il moto dei gravi), suggerendogli di assumerlo come segretario. Dall’ottobre del 1641 Torricelli divenne assistente del vecchio e ormai cieco Galileo e visse nella sua abitazione insieme a V. Viviani. Galileo morì poco dopo (l’8 gennaio 1642) e Torricelli ne prese il posto di matematico alla corte del granduca Ferdinando ii di Toscana, diventando nel contempo professore di matematica presso l’Accademia fiorentina. Nel 1644 Torricelli pubblicò l’opera in tre parti dal titolo Opera geometrica, della quale il De motu gravium costituisce la seconda parte. Morì a soli 39 anni, a causa di una febbre tifoidea. Il suo nome è legato soprattutto alle ricerche sulla pressione atmosferica, e al celebre esperimento (1643) col tubo di mercurio che aprì la strada all’invenzione del barometro. In fisica formulò inoltre il principio, che porta il suo nome, sullo spostamento del centro di gravità di un sistema di corpi e si occupò di questioni di balistica e di idraulica. In matematica, migliorò sensibilmente il metodo degli indivisibili di Cavalieri e introdusse gli indivisibili curvi; intuì il concetto di derivata e la sua relazione inversa con l’integrazione (→ Torricelli-Barrow, teorema di); calcolò anche l’area della cicloide.