tornata
D., per congedo della canzone, usa la parola tornata, secondo i provenzali: il termine ricorre tre volte nel Convivio, in riferimento ai congedi appunto delle tre canzoni del Convivio stesso, II XI 2, III XV 19 e 20, IV XXX I.
A commento del congedo di Voi che 'ntendendo, si afferma: E acciò che questa parte più pienamente sia intesa, dico che generalmente si chiama in ciascuna canzone ‛ tornata ', però che li dicitori che prima usaro di farla, fenno quella perché, cantata la canzone, con certa parte del canto ad essa si ritornasse. Ma io rade volte a quella intenzione la feci, e, acciò che altri se n'accorgesse, rade volte la puosi con l'ordine de la canzone, quanto è a lo numero che a la nota è necessario; ma fecila quando alcuna cosa in adornamento de la canzone era mestiero a dire, fuori de la sua sentenza, sì come in questa e ne l'altre veder si potrà.
Qui, in sostanza, D. afferma di aver per lo più scritto la t. non per un fine musicale, ma spinto dalla necessità di aggiungere qualcosa fuori della sentenza della canzone, ed è per questo che rade volte la pose con l'ordine della canzone.
Per una più ampia spiegazione del passo, v. CONGEDO: a tale voce si rimanda anche per la struttura dei congedi nelle canzoni dantesche.