HEDBERG, Tor
Scrittore svedese, nato a Stoccolma il 23 marzo 1862, morto a Stoccolma il 13 luglio 1931. Fu per dieci anni critico letterario e teatrale dello Svenska Dagbladet (v. Ett decennium, saggi critici, 1912-13, in 3 volumi), e dal 1910 al 1922 direttore del Dramatiska Teater.
Fu uno dei diciotto membri dell'Accademia svedese.
Poeta lirico (v. Dikter, Poesie, 1896; Sånger och sagor, Canti e saghe, 1903; Vandraren, Il viandante, 1910; Hemmets sånger, Canti della patria, 1922), romanziere e novelliere (v. Högre uppgifter, Più alte mete, 1884, Johannes Karr, 1885; Judas, en passionsistoria, Giuda, storia di una passione, 1886; Shizzer och berättelser, Schizzi e racconti, 1887; Noveller och skizzer, Novelle e schizzi, 1889; Ett eldprof, Una prova del fuoco, 1890; e, specialmente, Pa Torpa gard, Nella fattoria di Torpa, 1888), è storicamente rappresentativo soprattutto come autore teatrale, interprete della vita e del gusto borghese in Svezia sul volger del secolo (v. fra i drammi Judas, 1895; Gerhard Grim, 1897; Johan Ulfstierna, 1907; Mikael, 1908; Borga gärd, La fattoria di B., 1915; e fra le commedie Guld och gröna skogar, Oro e verdi foreste, 1895; Amor och hymen, Amore e Imene, 1904; Kårlekens krokvägar, Le vie tortuose dell'amore, 1910, ecc.). Non insensibile all'influenza di Ibsen e di Strindberg, diede alla sua opera una tonalità fondamentalmente realistica. Ma più che ai problemi d'idee o all'urgere del problema sociale domandò ispirazione alla semplice vita di sentimento nell'intimità delle anime, con un atteggiamento che ricorda, sotto un certo aspetto, il realismo borghese, soffuso di romantiche mestizie, del nostro Giacosa. In giovinezza aveva trascorso due anni in Italia (1892-93); e l'eco di quel viaggio, oltreché in En vinter i södern (Un inverno nel sud, 1893) e in Reseminnen och konststudier (Ricordi di viaggio e studî d'arte, 1905), è anche in due drammi (Giorgione, 1901; Antonios frestelse, La tentazione di Antonio, 1901). I drammi e le commedie degli ultimi anni (Perseuls och vidundret, Perseo e il mostro, 1917; Teseius, konungen, Teseo, il re, 1921; Nationalmonumentet, Il monumento nazionale, commedia, 1923; Vad kvinnan vill, Ciò che donna vuole, 1924; Rembrandts son, Il figlio di Rembrandt, 1927) presentano, con un accentuarsi di tendenze classicheggianti, un deciso ritorno alle forme tradizionali. Scrisse anche pregevoli monografie sugli artisti Anders Zorn (1901-06), Bruno Liljefors (1902-06), Richard Bergh (1903) e Karl Nordström (1905).
Bibl.: O. Levertin, in Svensk Litt., I, Stoccolma 1908; J. Landquist, in Essayer, Stoccolma 1913; S. Selander, T. H., in Ord och Bild, 1922.