TOPIARIUS
È nel mondo romano il giardiniere. I topiarii sono schiavi o liberti di imperatori o di famiglie patrizie. Erano considerati in una posizione superiore agli altri operai (Cic., Parad., v, 2) e il loro mestiere richiedeva un certo gusto, differenziandosi da quello del semplice arborator e dello hortulanus (v. giardino).
Il t. si occupava infatti di dare un ordine artistico alle piantagioni (Plin., Nat. hist., xii, 22), di rivestire di edera le case, di disporla con arte nei colonnati dei portici, di potare le piante in forme geometriche, di figure umane e di animali, di lettere con le quali il t. come un artifex firmava la propria opera o componeva il nome del proprietario, nei cosiddetti nemora tonsilia o viridia tonsa, la cui invenzione è attribuita da Plinio (Nat. hist., xii, 13) a C. Matius, un amico di Augusto. Quest'arte del giardinaggio era detta opus topiarium. Fra le piante ricordate per questo sono il cipresso, l'alloro, il bosso (tonsil buxetum: Mart., iii, 58, 3), quello italico e quello gallico, adatto al taglio a piramide, il rosmarino, la barba Iovis (in opere topiario tonsilis: Plin., Nat. hist., xvi, 76), l'alloro tasio, la Vinca pervica (topiaria herba: Plin., Nat. hist., xxi, 66) il mirto (tonsae myrti: Quint., viii, 3, 8), il platano orientale basso o Charnaeplatanus, l'acanto (topiaria herba: Plin., Nat. hist., XXII, 76), l'Adiantum o capelvenere (frutex topiarius: Plin., Nat. hist., xxii, 62), il Gynoglossus (topiarüs operibus gratissimus: Plin., Nat. hist., xxv, 81). Il t. aveva aiutanti e allievi sotto di sé; una stele funeraria del t. L. Fortunato a Como è dedicata da un allievo (discens). La maggior parte delle iscrizioni di topiarii proviene da Roma dove erano i grandi parchi, i giardini imperiali e delle famiglie patrizie (C.I.L., VI, 4360, 4361, 4423, 5353, 6369, 6370, 7300, 8639, 8738, 9082, 9943-9949) e molte sono state trovate nelle località dove sorgevano le sontuose ville romane ad Anzio, Tivoli, Pozzuoli, Sorrento.
Bibl.: G. Lafaye, in Dict. Ant., pp. 358-380, s. v.; Olck, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, cc. 827 ss., s. v. Gartenbau.