Guerra, Tonino (propr. Antonio)
Scrittore e sceneggiatore, nato a Santarcangelo di Romagna (Rimini) il 16 marzo 1920. La sua scrittura cinematografica, lirica e introspettiva, ha trovato il terreno ottimale di espressione nel sodalizio artistico con Michelangelo Antonioni e nel connubio con il conterraneo Federico Fellini, accanto al quale, specialmente in Amarcord (1973), G. ha lasciato emergere la vena umoristica della sua ispirazione. Assiduo collaboratore di Francesco Rosi in film d'impegno politico e dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, negli anni Ottanta si è accostato a due tra i più importanti registi del cinema 'di poesia' europeo, il russo Andrej Tarkovskij e il greco Theo Anghelopulos. Numerosi i riconoscimenti tributati alla sua opera di sceneggiatore, tra i quali tre nominations all'Oscar, il premio per la migliore sceneggiatura originale al Festival di Cannes per Taxidi sta Kythira (1984, Viaggio a Citera) di Anghelopulos, e tre David di Donatello per Tre fratelli (1981) di Rosi, E la nave va (1983) di Fellini e Kaos (1984) dei fratelli Taviani.
Figlio di contadini, G. compose le prime poesie in dialetto durante la prigionia a Troisdorf in Germania sul finire della Seconda guerra mondiale, ed esordì come scrittore all'inizio degli anni Cinquanta. Gli elementi della sua poesia, che si ritrovano intatti nell'immaginario cinematografico, sono fedeli allo spirito della cultura contadina: da una parte la visione idilliaca e nostalgica di un mondo che va scomparendo, dall'altra un senso arguto e umoristico dei fatti della vita. Stabilitosi a Roma nel 1953, a casa dell'amico pittore L. Vespignani, conobbe Elio Petri e Giuseppe De Santis. La sua carriera cinematografica ebbe inizio con un film tratto da un suo soggetto, Uomini e lupi (1957) di De Santis, regista di cui fu poi collaboratore in Cesta duga godinu dana (1958; La strada lunga un anno) e La garçonnière (1960). Aveva partecipato anche alla sceneggiatura del surreale Un ettaro di cielo (1958) di Aglauco Casadio prima dell'incontro con il ferrarese Antonioni, da cui nacque una collaborazione durata quarant'anni. Insieme scrissero L'avventura (1960), La notte (1961), L'eclisse (1962) e Deserto rosso (1964), rappresentazioni di marca esistenzialista dell'angoscia inespressa della borghesia urbana in cui l'indagine psicologica dei personaggi si avvale di un linguaggio visivo ellittico e fortemente metaforico. In quegli anni G. scrisse per Petri soggetto e sceneggiatura di un giallo psicologico interpretato da Marcello Mastroianni, L'assassino (1961), partecipò all'adattamento cinematografico che Vittorio De Sica fece della commedia di E. De Filippo Filumena Marturano, intitolato Matrimonio all'italiana (1964), e scrisse una sceneggiatura tratta dal racconto di A. Moravia Appuntamento al mare per il film d'esordio di Marco Vicario Le ore nude (1964). Partecipò anche alla scrittura collettiva di diverse satire di costume, come il film a episodi Controsesso (1964) di Franco Rossi, Marco Ferreri e Renato Castellani e il paradossale Casanova '70 (1965) di Mario Monicelli, commedie all'italiana di buona fattura, oltre che al fantascientifico La decima vittima (1965) di Petri, tratto da un racconto di R. Sheckley. Nel 1966 G. scrisse con Antonioni un film che fece epoca, Blow-up, ispirato al racconto Las babas del diablo di J. Cortázar: arguta quanto enigmatica parabola sull'impossibile 'verità' delle immagini attraverso la vicenda, ambientata nella swinging London, di un fotografo alla moda che non riesce a comprendere se un evento da lui casualmente fotografato sia o no un omicidio. Dopo un'esperienza di scrittura con Luigi Malerba per Lo scatenato (1967) di Franco Indovina, singolare copione umoristico dai toni onirici, partecipò con Alberto Moravia alla sceneggiatura di un film grottesco L'occhio selvaggio (1967) di Paolo Cavara, i cui toni satirici nascondono una denuncia del potere manipolatorio della comunicazione di massa. Ancora nel 1967 scrisse il film di ambientazione napoletana seicentesca ispirato ai racconti di G.B. Basile e diretto da Rosi, C'era una volta…, e collaborò all'adattamento che Renato Castellani fece della commedia di E. De Filippo Questi fantasmi. Fu poi con Cesare Zavattini nel gruppo di scrittura di Amanti (1968), film melodrammatico di De Sica tratto da un lavoro teatrale di B. Rondi; nello stesso anno scrisse con Petri il soggetto di Un tranquillo posto di campagna, torbido giallo psicologico sulla crisi d'identità di un artista, e collaborò alla sceneggiatura di Sissignore, film satirico diretto e interpretato da Ugo Tognazzi. Nel 1969 G. scrisse con Lucile Laks L'invitée (L'invitata), un dramma sentimentale diretto dal documentarista Vittorio De Seta, e nel 1970, di nuovo con Zavattini, I girasoli, singolare melodramma di De Sica. Allo stesso anno risale la collaborazione a Zabriskie Point di Antonioni, un classico del cinema della contestazione scritto da G. con il regista, Clare Peploe e Sam Shepard: iperbolica storia d'amore tra due giovani ribelli nel deserto della Death Valley, il film illustra le contraddizioni ideologiche e sentimentali della generazione dei 'figli dei fiori'. Del 1970 sono anche l'invettiva contro il militarismo ispirata a Un anno sull'altipiano di E. Lussu, scritta con R. La Capria per Uomini contro di Rosi, e il perverso Giochi particolari di Indovina. Per quest'ultimo regista scrisse con Malerba Tre nel Mille (1971), picaresco viaggio nell'Italia del Medioevo di un cavaliere e due soldati, che ha tra gli interpreti anche Carmelo Bene, mentre la collaborazione con Rosi proseguiva in altri film di denuncia come Il caso Mattei (1972) e Lucky Luciano (1973). L'incontro con Fellini all'apice della fama produsse uno dei capolavori del maestro riminese: l'affresco romagnolo Amarcord, intessuto di comicità e nostalgia, ma anche impietosa e grottesca rappresentazione della mediocrità ideologica del regime fascista. G. tornò a collaborare con Rosi per un altro film-scandalo sul potere mafioso in Italia, Cadaveri eccellenti (1976), tratto da Il contesto di L. Sciascia; scrisse per Monicelli Caro Michele (1976) dal romanzo di N. Ginzburg e, con Jean-Claude Carrière e John Gearon, il giallo Un papillon sur l'épaule (1978; Morti sospette) per Jacques Deray, e infine sceneggiò il romanzo di C. Levi per Cristo si è fermato ad Eboli (1979) di Rosi. Negli anni Ottanta G. si è impegnato nella lotta per la sopravvivenza del cinema 'd'autore': è stato al fianco di Antonioni nello sperimentale, elettronico Il mistero di Oberwald (1980) tratto da J. Cocteau, e in Identificazione di una donna (1982); nel 1984 ha lavorato con Marco Bellocchio per Enrico IV, da L. Pirandello; ha scritto con Rosi Tre fratelli, tratto da un racconto di A. Platonov, Carmen (1984) e Cronaca di una morte annunciata (1987), dal romanzo di G. García Márquez; ha cominciato a collaborare con i fratelli Taviani prima per il suggestivo La notte di San Lorenzo (1982), poi per il pirandelliano Kaos, fino ai più controversi Good morning Babilonia (1987) e Il sole anche di notte (1990). Allo stesso periodo risalgono la rinnovata collaborazione con Fellini per E la nave va, e quella con Tarkovskij per il lirico Nostalghia (1983). Nel 1984, con Taxidi sta Kythira, aveva frattanto preso l'avvio un duraturo sodalizio artistico con Anghelopulos, autore particolarmente in sintonia con la vena lirica e simbolica dello scrittore romagnolo: con lui G. ha scritto ancora Topio stin omichli (1988; Paesaggio nella nebbia), To meteoro vima tu pelargu (1991; Il passo sospeso della cicogna), To vlemma tu Odyssea (1995; Lo sguardo di Ulisse) e Mia eoniotita ke mia mera (1998; L'eternità e un giorno). Negli anni Novanta, oltre a proseguire la collaborazione con Antonioni e Wim Wenders (Al di là delle nuvole, 1995) e con Rosi (La tregua, 1996, dal romanzo di P. Levi), ha scritto per numerosi autori stranieri: l'israeliano Amos Gitai (Le jardin pétrifié, noto anche con il titolo The petrified garden, 1993), il russo Vladimir N. Naumov (Belyj prazdnik, 1994, La festa bianca; Tajna Marchello, 1997, Il segreto di Marcello), il portoghese Vicente Jorge Silva (Porto Santo, 1997), il cileno Miguel Littin (Tierra del fuego, 2000, Terra del fuoco) e il kirghiso Aktan Abdykalykov (Maimil, 2001, La scimmia).
Tonino Guerra, Rimini 1985.