TONGRES (Τοῦνγροι, Tungri, Tongri, Aduaca, Atuaca, Atuatuca, Atuatuca Tungrorum)
Cittadina belga, situata su una collina di indiscutibile valore strategico ed in una regione fertilissima, domina un incrocio di strade molto antiche, che conducono da Bavai alla Renania e dall'Ardenna verso il Nord. Già prima della conquista romana, T. fu importante centro di mercato. È possibile che Cesare vi abbia stabilito la XIV Legione, anche se nulla permette, fino ad ora, di identificare Atuatuca con Tongres.
Fin dal principio dell'occupazione, i Romani si stabilirono a T. e dall'età augustea l'agglomerato si sviluppò rapidamente. Numerosi timbri ceramici sulla terra sigillata aretina e italica provano l'importanza economica del luogo, così come le monete con la leggenda avavcia; questi ritrovamenti provengono soprattutto dalla zona occidentale della città, dove sono stati scoperti recentemente i resti di un fossato che possono essere appartenuti ad un campo militare databile forse ad età augustea. Costruzioni in legno della stessa epoca furono scoperte proprio in città: è possibile che T. sia stata, in origine, un agglomerato nato da un campo militare, presso un piccolo centro (religioso?) indigeno.
Verso la metà del I sec. d. C., con l'imperatore Claudio, la città ricevette la sua sistemazione urbanistica, con una pianta regolare, lungo l'asse della strada principale BavaiColonia larga m 5,50. Il centro della città sembra coincidere con la grande piazza attuale. Parecchi edifici ci hanno dato alcuni resti, che però non ci permettono di stabilirne una pianta più completa.
Nel settore N della città gli scavi del 1964 e 1965 hanno rivelato l'esistenza di un grande complesso religioso, comprendente un tempio di tipo gallico, con cella e deambulatorio, che sorge al centro di una piazza circondata di portici e di costruzioni diverse; questo complesso, anteriore alla cinta in pietra, potrebbe essere messo in relazione con una famosa fontana descritta da Plinio. La città possiede anche un acquedotto che porta l'acqua da una distanza di circa 10 km.
Questa prima città, fu circondata- probabilmente verso la metà del II sec. - da una vasta cinta di mura, lunga 4.544 m, con torri circolari vuote, di 9-10 m di diametro che si trovano generalmente sull'asse delle vie interne della città e non hanno porte verso l'interno. Le porte si trovano generalmente in corrispondenza delle strade; quella di Bavai ha un aspetto monumentale: le due aperture sono fiancheggiate da due bastioni sporgenti, a pianta rettangolare (Van de Weerd, Inleiding, p. 68, fig. 13). La Porta d'Arlon è formata da un'arcata impostata sopra due massi in muratura. A N la strada passa attraverso una posterula entro una torre.
Nella parte bassa della città, i sondaggi hanno rivelato l'esistenza di due porte (Antiq. Class., 1943, p. 40, tavv. i, ii e iii), collegate alla rete urbana e distanti 135 m fra di loro.
In questa zona S, il muro di cinta non ha torri, essendo probabilmente protetto dal fiume stesso; in ogni altro posto, il muro è fortificato per mezzo di un duplice e triplice fossato a forma di V. La costruzione è accurata: nelle parti paludose il muro, largo m 1,40, posa su di una base di travi di quercia, profonda 5 m e da 25 a 30 cm di lato; sono disposte in filari di quattro, in ragione di tre filari per metro, e questo per una distanza di più di un km. Su queste travi è steso uno strato fatto di una mescolanza di selce e di calce, e sopra questa vi sono lastre di arenaria calcarea di cm 140 × 70 × 6o (Van de Weerd, op. cit., p. 66, tav. iii b). Nelle sezioni N-O e O, il muro è conservato fino ad un'altezza di 4 m. Le fondazioni sono dovunque scavate nell'argilla vergine e costruite su uno strato di grossi ciottoli silicei immersi nell'argilla; più in alto vi è un paramento di blocchi squadrati di selce, che verso l'alto sono sostituiti dai blocchi di arenaria; lo spessore totale del muro è di 7 piedi (2,10 e 2,15 m).
Lungo le strade, all'esterno della città, si estendono le necropoli.
Durante le invasioni germaniche della fine del III sec. d. C., T. viene completamente distrutta. È ricostruita al principio del IV sec., ma su un'area più ristretta; la cinta non misura più che 2.604 m e circonda ora solo la parte alta della città, di maniera tuttavia che una porzione della cinta precedente resta in uso. Questo muro, spesso 3,80 m (ii piedi), è costruito con gli stessi materiali del primo, ma con una malta meno resistente; vi si osserva anche reimpiego di costruzioni anteriori. Le torri sono a una distanza di circa 25 m l'una dall'altra. Di questa cinta rimangono solo le fondazioni. Una delle torri, situata presso la Collegiata, fu studiata completamente (Van de Weerd, op. cit., tav. iv, p. 72): è circolare, vuota all'interno, con porta verso l'interno.
A quest'epoca la città costituisce veramente un bastione nella difesa dell'Impero, ma la sua storia è poco conosciuta. Verso la metà del IV sec. diventa la sede di un episcopato. La causa della fine della città, nel V sec., resta oscura, poiché non si ritrovano tracce nette né di incendio né di distruzione violenta.
Bibl.: J. Breuer-H. Van de Weerd, Les fouilles de Tongres de 1934 et 1935, in Antiquité Class., IV, 1936, p. 489 ss.; J. Breuer, La Belgique romaine, 1944, pp. 67; 120; H. Van de Weerd, Inleiding tot de Gallo-Romeinsche Archeologie der Nederlanden, Antwerpen 1944, p. 66 ss.; 71 ss.; 88 ss.; con bibl., pp. 41-42; P. de Schatzen-M. Vabner Loeven, Terra sigillata te Tongeren, Tongres 1965; G. de Schaetzen, Decouvertes romaines à Tongres en 1937, XII, 1943, p. 37 ss.; R. De Maeyer, De Romeinsche villa's in België, De archaeologische Inventaris, I, Anversa 1940, pp. 118-121; J. Paquay, Tongeren voorheen, 1934; J. Breuer, Remparts romains de Tongres, in Arch. Belgica,LI, 1960; Tongres, point de recontre romain (Mus Prov. Tongres), 1958; F. Ulrix, Het romeins stadsplan von Tongeren, in Guide Laua van Loon, XIII, 1958, p. 236-272; J. Mertens, Enkele beschouwingen over Leinburg in de Romeinse tijd., in Arch. Belgica., LV, 1964, con bibl.; W. van Vinckenzorye, in Limburg, 1964, e Wankenne S. J., in Les Etudes Classiques, 1965.