MINORELLI, Tommaso Maria
MINORELLI, Tommaso Maria. – Nato a Padova nel 1661, entrò giovanissimo nell’Ordine dei frati predicatori.
La sua formazione si svolse nello Studium del convento padovano di S. Agostino, dove conseguì il titolo di magister in teologia. Seguì un’intensa attività di insegnamento nell’ateneo patavino. Il M. acquistò ben presto fama non solo di teologo, ma anche di fine conoscitore del greco e dell’ebraico, qualità particolarmente apprezzata dal vescovo Gregorio Barbarigo. Tra il 1693 e il 1694 si trasferì nel convento di S. Antonio Abate a Rovigo; qui, oltre a stringere rapporti duraturi con eruditi locali, entrò in familiarità con Filippo Della Torre, vescovo di Adria, del quale fu assiduo corrispondente. Nel 1697 diede nuova vita, insieme con Niccolò Casalini, Camillo Silvestri e Melchiorre Manfredini, alla locale Accademia dei Concordi; in onore del podestà di Rovigo e protettore dell’Accademia Giovanni Paolo Vidman pronunciò l’orazione Il sapere in chi regge. La cagione principale della felicità de’ popoli (in Espressioni d’ossequio al merito di G.P. Vidman, Rovigo 1697). Stabilì contatti anche con l’ambiente romano, in particolare con D. Passionei e G. Fontanini, il quale fin dal giugno 1703 gli comunicò di avere «operato presso il Padre suo Generale, perché le sia dato un impiego proporzionato al suo merito, e al suo talento» (Roma, Bibl. dei Lincei e Corsiniana, Rossi, 411, c. 98r).
Nel novembre 1706 il M. giunse dunque a Roma per collaborare alla redazione degli Annales Ordinis praedicatorum. Conoscendone i meriti, G. Lascaris, prefetto della Biblioteca Casanatense, manifestò l’intenzione di impiegarlo come bibliotecario, ma la proposta non ebbe seguito perché, tra il dicembre 1707 e il gennaio 1708, il M. preferì lasciare la città per ragioni di salute e fare ritorno a Padova, dove fu nominato reggente del convento di S. Agostino. Nel 1710 fu incaricato dal locale inquisitore Ambrogio Lisotti della revisione del volgarizzamento di Giovenale e Persio curato da C. Silvestri e pubblicato a Padova nel 1711. Del progetto di edizione il M. aveva discusso con Silvestri fin dal 1691, come testimonia il denso scambio epistolare edito da A. Calogerà (Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici, X, Venezia 1734, pp. 217-273). Da Padova il M. fu nuovamente richiamato a Roma nel 1711, dove il 7 maggio assunse la carica di secondo bibliotecario della Casanatense; ne divenne prefetto il 5 maggio 1728, succedendo a G.B. Zuanelli. Sotto la sua prefettura furono portati a definitivo compimento i lavori di ampliamento del salone librario e di collocazione dei volumi.
All’attività bibliotecaria il M. associò quella di docente di teologia presso il collegio di S. Tommaso. Al costante rapporto epistolare con gli eruditi frequentati a Padova e a Rovigo, negli anni si aggiunsero scambi di lettere con A. Vallisnieri, L.A. Muratori e G.B. Vico, il quale in una lettera del 1721 a B.M. Giacchi annoverò il M. tra gli «assai distinti in Italia per la loro gran letteratura».
Costretto a diradare e poi sospendere gli studi per una malattia che, negli ultimi anni, lo privò dell’uso della vista, il M. conservò la carica di prefetto casanatense fino alla morte, avvenuta a Roma il 2 febbr. 1733.
Le esequie furono celebrate il giorno 5 in S. Maria sopra Minerva, e G.D. Agnani, suo successore, lesse l’elogio funebre di cui la Casanatense conserva una rara copia a stampa (Mss., 2405, c. 189). Un elogio inviato il 7 marzo 1733 dal nobile cesenate corrispondente del M. Ercole Francesco Dandini è conservato nello stesso fondo (2405, cc. 190r-191v).
La produzione letteraria del M. è in primo luogo legata alla vita dell’Ordine, come dimostrano la Parentalis oratio in funere Iordani Iordani Ord. praed. (Padova 1684), l’orazione Praesul coenobiticus subditorum sit medicus oratio paraenetica letta al sinodo provinciale di Venezia del 1688 (Venezia 1688), la Urbis Rhodiginae cum familia Dominicana consensio (Rovigo 1696). Non mancano elogi di membri di altri ordini, come la Oratio in funere reverendissimi patris Lucae Calzerellae Olivetani (ibid. 1695). Di carattere più strettamente teologico le Positiones ecclesiasticae e priscis trium primorum saeculorum Ecclesiae monumentis excerptae (Padova 1693), presentate, su invito del cardinale M.A. Barbarigo, in occasione della visita del maestro generale A. Cloche allo Studio patavino. Nel 1708 il M. intervenne a favore di Gherardo Capassi nell’aspra polemica che oppose costui a Giacomo Laderchi riguardo alla datazione degli Acta di S. Crescio, dando alle stampe sotto lo pseudonimo di Johann Storck la Epistola ad I. Laderchium (Padova 1708). Risonanza ebbe infine la Vita s. Pii V (Roma 1712), edita in occasione della canonizzazione di papa Ghislieri e corredata dalla De s. Pio V oratio, letta nella chiesa di S. Maria sopra Minerva il 7 ag. 1712. Si può, invece, escludere che il M. sia autore dell’Examen des faussetez sur le culte chinois avancées par le père Joseph Jouvency jesuite (s.l. 1714), pur presentato nel frontespizio come opera del «R. P. Minorelli de l’Ordre de S. Dominique missionnaire à la Chine».
L’Archivio generale dell’Ordine dei predicatori conserva manoscritti i Monumenta conventus Patavini (XIV.D, pp. 1-60) e un Chronicon dell’Ordine domenicano (XIV.DDD, cc. 279r-466v) incompiuto. Frammenti di scritti e lettere sono conservati dalla Casanatense, nel ms. 2495, tra cui la minuta di una lettera scritta il 6 maggio 1707 a Girolamo Gigli sulla progettata edizione delle Opere di Caterina da Siena (cc. 163r-166v). La produzione poetica è attestata, oltre che dai componimenti a corredo di orazioni ed elogi a stampa, da alcuni manoscritti (in particolare Roma, Biblioteca Casanatense, Mss., 1267 e Ibid., Biblioteca dei Lincei e Corsiniana, Rossi, 411).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. generale dell’Ordine dei predicatori, XI.3090: Acta Congregationis Bibliothecae Casanatensis ab anno 1700 ad 1836, pp. 30, 51, 59; XI.3161a: Syllabus Casanatensis, c. 5; Ibid., Biblioteca Casanatense, Mss., 5068: Memorie istoriche della Biblioteca Casanatense dalla sua fondazione 1700 sino al giorno in cui fu tolta ai pp. domenicani, pp. 35, 51 s., 63, 65, 231-233 (copia dell’originale conservato presso l’Arch. di S. Maria sopra Minerva, Mss., II.22; ed. parziale in A. Zucchi, La Biblioteca Casanatense, in Memorie domenicane, L [1933], pp. 348, 354, 360; LI [1934], pp. 238 s.); Giornale de’ letterati d’Italia (Venezia), XI (1712), pp. 415 s.; XVIII (1714), pp. 477-479; XXXIII (1722), 2, pp. 77-80; G. Oliva, In marmor Isiacum Romae nuper effossum exercitationes, Romae 1719, pp. 1 s.; C. Silvestri, In Anaglyphum Graecum interpretatio posthuma, Romae 1720, pp. XXXV s.; Bullarium Ordinis fr. praedicatorum, I, Romae 1729, p. LXIV; Diario ordinario di Roma (Cracas), 1733, n. 2421, pp. 3 s.; G.B. Vico, Opere, VI, Milano 1836, p. 30; P.L. Galletti, Memorie per servire alla storia della vita del card. D. Passionei, Roma, 1762, pp. 24-26; I. Facciolati, Lettere erudite, in Raccolta ferrarese di opuscoli scientifici e letterarij, V, Venezia 1780, pp. 95-102; F. Bartoli, Le pitture, sculture ed architetture della città di Rovigo, Venezia 1793, p. 11; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, pp. 606-608; A. Guglielmotti, Catalogo dei bibliotecari, cattedratici e teologi del Collegio Casanatense nel convento della Minerva, Roma 1860, p. 8; Scriptores Ordinis praedicatorum, a cura di R. Coulon, Romae 1909, pp. 531-534; A. Lazzari, La cronaca domestica di B. Casalini, Faenza 1941, pp. 57, 63; L’Accademia dei Concordi di Rovigo, Vicenza 1972, ad ind.; C. Donati, Ecclesiastici e laici nel Trentino del Settecento, Roma 1975, p. 32; V. De Gregorio, La Biblioteca Casanatense di Roma, Napoli 1993, pp. 41, 66, 69 s., 91 s.; A. Serrai, D. Passionei e la sua biblioteca, Milano 2004, ad indicem.
M. Palumbo