ALFANO, Tommaso Maria
Nato intorno al 1680 in Salerno, nel cui convento di Santa Maria della Porta vestì l'abito domenicano (29 dic. 1698) e ove fondò nel 1709 un'accademia detta degli Inquieti o Irrequieti, si consacrò agli studi di storia letteraria, filologia classica, erudizione sacra e profana, e, per qualche tempo, anche di scienze fisico-matematiche. Incerto l'anno del suo trasferimento a Napoli nel convento di San Domenico Maggiore. Dopo il 1714, per compiere ricerche storiche, viaggiò per tutto il Regno, fermandosi più a lungo nell'archivio della SS. Trinità di Cava de' Tirreni. Nel 1729, in casa dell'allora abate, poi vescovo di Lecce, don Giuseppe Ruffo principe di Bagnara, fondò un'altra accademia consacrata a studi di erudizione. Ebbe rapporti amichevoli con i principali studiosi napoletani, tra cui Giambattista Vico, e carteggiò con Apostolo e Pier Catterino Zeno, Angelo Calogerà, Lodovico Antonio Muratori e persino con Jean Leclerc. Vissuto in perenne guerra guerreggiata con i suoi confratelli, che gli lesinavano persino i mezzi per curare la malferma salute, fu costretto a lavori redditizi: donde il suo essere ora "correttore" presso Felice Mosca e altri tipografi napoletani, ora bibliotecario del principe di Avellino, ora raffazzonatore di allegazioni forensi e versi d'occasione altrui. Apostolo Zeno riusciva nel 1721 a fargli concedere dall'imperatore Carlo VI una piccola pensione, e un'altra di 50 ducati annui gli elargì dal 1725 Benedetto XIII. Ma perdette questa seconda nel 1730 e la prima nel 1734. Colpito da apoplessia nel maggio o giugno 1742, morì il 26 agosto successivo.
Sua prima pubblicazione fu il volumetto De summi pontificis auctoritate, flores sententiarum divi Thomae per Iohannem cardinalem de Turrecremata (Torquemada) collecti ac e vetustissimo codice... denuo in lucem editi (Florentiae 1715). Circa quel tempo l'A. concepiva una serie di studi sui manoscritti tomistici posseduti dal suo convento, una storia dei concili tenuti nell'Italia meridionale, una nuova edizione, arricchita di inediti, delle lettere di s. Pier Damiani e persino una silloge di Rerum Neapolitanarum Scriptores.Ma, per allora, non pubblicava altro che un elegante volumetto in sessantaquattresimo dal titolo Il Goffredo ovvero la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso riscontrato co' migliori testi, con gli argomenti di Orazio Ariosti, aggiuntovi un ristretto della sua vita (Napoli, Mosca, 1719), a cui teneva dietro una nuova edizione, in due volumi (Napoli, Mosca, 1719-30),delle opere volgari del Sannazaro. Mere promesse non mai attenute prodigava al Muratori, che gli aveva chiesto contributi ai Rerum Italicarwn Scriptores:dava, invece, con la falsa data di Firenze (ma Napoli, Mosca, 1723), una cattiva ristampa dello Specchio di vera penitenza del Passavanti. Molto migliore il grosso volume originale intitolato Istoria degli anni santi dal di loro solenne incominciamento per insino a quello del regnante sommo pontefice Benedetto XIII (Napoli, Muzio, 1725). Mediocre, invece, una nuova edizione, iniziata dal padre Alessandro Pompeo Berti e terminata dall'A., delle Rime e prose del Guidiccione. Dispersi parecchi scritti lavorati dall'A. circa quel tempo: una Storia delle indulgenze,una Storia della canonizzazione de' santa,una Istoria del Vesuvio,nonché una Vita del quondam don Girolamo Pignatelli principe di Marsiconuovo,e altresì molti materiali accumulati per l'anzidetta vagheggiata Storia dei Concili.Per contrario, ci è pervenuto a stampa iltrattato Vita ed uffizi del vescovo secondo gli ammaestramenti di san Paolo e la continuata disciplina e spirito di Santa Chiesa (Napoli, Muzio, 1729). Nel 1730 pubblicava a Torino (o con la falsa data di Torino) un Racconto istorico della vita e morte di san Montano. L'anno appresso dava in Napoli Il celeste principato di san Michele arcangelo come signifero della croce, potente in tutte le nostre occorrenze, con un'appendice de' varî modi di venerarlo contro il tremuoto e le tempeste.E finalmente, elevato Prospero Lambertini sommo pontificato, scriveva un'orazione proemiale per i Componimenti in prosa ed in verso in lode del sommo pontefice Benedetto XIV,raccolti dall'avvocato Nicola Rinaldi (Napoli, Mosca, 1740).
Bibl.: F. Nicolini, Uomini di spada, di chiesa, di toga, di studio ai tempi di Giambattista Vico,Milano 1942, pp. 102-136 e 435 (con bibl.).