LUCHERINI, Tommaso
Nacque a Tivoli, presso Roma, il 2 febbr. 1891 da Enrico e Bianca Rosatelli. Conseguita la licenza liceale, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Roma. Durante gli anni del corso si distinse in modo particolare per merito, tanto da ottenere, nel 1912, l'idoneità al concorso al premio Fondazione Rolli per l'anatomia umana. Conseguita a pieni voti la laurea nel 1916, fu chiamato alle armi e partecipò alle operazioni belliche in prima linea: assegnato a un posto di medicazione di un reggimento di fanteria, il 29 giugno dello stesso anno, nel corso di un combattimento a San Martino del Carso nel quale gli Austriaci effettuarono un bombardamento con massiccio impiego dei gas, ne subì i gravi effetti tossici.
Nella nota A proposito dei gas asfissianti, pubblicata in Archivio di farmacologia sperimentale e scienze affini (1916, vol. 22, pp. 429-441), descrisse accuratamente le manifestazioni tossiche presentate dai soldati che affluivano al posto di medicazione, da lui stesso e dai suoi vicini di letto nell'ospedale da campo in cui era stato ricoverato; e ne discusse, durante un breve congedo dal fronte, con il direttore dell'istituto di chimica fisiologica dell'Università di Roma, D. Lo Monaco, che stava sperimentando sugli animali l'azione lesiva esercitata dall'ossicloruro di carbonio, il gas noto come fosgene impiegato dall'esercito austriaco. Inviato nuovamente in zona di operazioni, prestò poi servizio come sottotenente medico nell'ospedale di tappa di Montebelluna: qui, su consiglio di Lo Monaco che aveva condotto ricerche in proposito, sperimentò l'effetto delle iniezioni ipodermiche di saccarosio, documentandone la proprietà di indurre, quando somministrato alle dosi più elevate, una netta riduzione della secrezione bronchiale nei soggetti affetti da broncopolmonite tubercolare (L'azione degli zuccheri sulla secrezione dei bronchi e delle sierose, ibid., 1918, vol. 27, pp. 99-145; L'azione degli zuccheri sulla tubercolosi polmonare, in Giornale di medicina militare, LXVI [1918], pp. 416-432). Al termine delle ostilità, promosso maggiore medico dell'esercito per meriti eccezionali, decorato con la medaglia di bronzo al valor militare e insignito della croce di guerra, fu dichiarato invalido di guerra a vita.
Tornato agli studi, il L. dava inizio a una brillante carriera clinica e scientifica in ambito ospedaliero e universitario. Specializzatosi in radiologia medica alla scuola di A. Busi presso l'Università di Roma nell'anno accademico 1926-27, nello stesso ateneo conseguì nel 1927 la libera docenza in patologia speciale medica dimostrativa e dal 1927-28 al 1929-30 esercitò le funzioni di aiuto volontario nell'istituto di chimica fisiologica diretto da Lo Monaco. Ottenuta per concorso l'eleggibilità a primario del primo turno medico dell'arcispedale di S. Maria Nuova di Firenze, fu primo in graduatoria al concorso per assistente e aiuto medico presso gli Ospedali Riuniti di Roma ove, fino al 30 dic. 1931, fu aiuto radiologo. Il 1( genn. 1932 fu nominato primario medico presso il Pio Istituto di S. Spirito e Ospedali Riuniti della capitale, e dal 1( giugno dello stesso anno al 1( genn. 1938 esercitò le funzioni di vicedirettore dell'ospedale S. Spirito. Nel frattempo, nel 1934 conseguiva presso l'Università di Roma la libera docenza in clinica medica generale. Vinto il concorso tra i primari, dal 1( marzo 1938 divenne aggregato clinico al V padiglione del policlinico Umberto I ai sensi della convenzione fra il Pio Istituto di S. Spirito e l'Università degli studi di Roma. Nel 1940 ottenne la maturità scientifica e didattica al concorso per la cattedra di patologia speciale medica e metodologia clinica dell'Università di Catania, e nell'anno accademico 1945-46 fu incaricato della direzione dell'istituto di semeiotica medica dell'Università di Roma e dell'insegnamento ufficiale della disciplina.
L'istituto romano di semeiotica medica era stato realizzato fin dal 1926 ricorrendo a un adeguato adattamento del IX padiglione del policlinico Umberto I, al quale era stata aggiunta una struttura dotata di un'aula per le lezioni, di una biblioteca e di alcuni laboratori di ricerca. Il L., assunto l'incarico, diveniva così titolare dell'insegnamento e primario medico ospedaliero del IX padiglione.
Conseguiva intanto altre due importanti maturità scientifiche e didattiche: al concorso per la cattedra di patologia speciale medica e metodologia clinica nell'Università di Cagliari nel 1947 e a quello per la cattedra di semeiotica medica nell'Università di Palermo nel 1949. Nell'anno accademico 1954-55, dopo che era stato abolito nell'Università di Roma l'incarico dell'insegnamento della semeiotica medica a seguito dell'istituzione di una cattedra di ruolo della disciplina, al L., che conservava il titolo e le funzioni di primario, fu affidato quello della reumatologia, istituito nello stesso anno accademico, che si sarebbe svolto anch'esso nei locali del IX padiglione. Si dedicò allora con vera passione ai vari aspetti della patologia e della clinica reumatologica, sia nell'ambito universitario e ospedaliero, sia in quello assistenziale: sua, infatti, fu la realizzazione del Centro di reumatologia INAM, con sede in Roma presso il policlinico Italia.
Accanto alla brillante carriera universitaria e ospedaliera, il L. svolse un'intensa attività scientifica, affrontando vari problemi di patologia, anche sperimentale, e di clinica, dalla biochimica al metabolismo, alla neurologia, alla malarioterapia. Fu autore di oltre 200 pubblicazioni, note e apprezzate nella comunità scientifica: un suo lavoro, Ascesso polmonare, pubblicato in Bollettino e atti della Accademia Lancisiana di Roma, VII (1933-34), pp. 161-193, fu premiato dalla presidenza degli Ospedali Riuniti di Roma nel concorso bandito dall'Accademia Lancisiana per il 1933.
Tra i più noti e importanti dei suoi lavori si ricordano: La glicemia nelle cardiopatie scompensate e compensate, in Cuore e circolazione, X (1926), pp. 133-151, in collab. con M. Bufano; Ulteriori osservazioni intorno all'influenza esercitata dalla malarizzazione artificiale sul quadro ematologico e clinico delle leucemie, in Il Policlinico, sezione medica, XXXIV (1927), pp. 60-88; Le pancreatiti. (Pancreatite acuta; pancreatiti croniche; tubercolosi del pancreas; sifilide del pancreas), in Rivista ospedaliera. Giornale di medicina e chirurgia, XVIII (1928), pp. 423-464; Il valore dell'encefalografia nella diagnosi dei tumori cerebrali; studio clinico ed encefalografico con particolare riguardo ad un caso di tumore del lobo parietale destro, in Il Policlinico, sezione medica, XL (1933), pp. 596-632; I più recenti metodi di investigazione radiologica nella diagnostica clinica, in Boll. e atti della Acc. Lancisiana di Roma, VII (1933-34), pp. 511-567, in collab. con S. Attilj; Particolari immagini radiografiche del cranio nello studio dei rapporti fra ipertensioni endocraniche idrocefaliche ed ipertensione generale, ibid., IX (1935-36), pp. 318-348 e in Il Policlinico, sezione medica, XLIV (1937), pp. 18-46; La tonsillite allergica. Documentazione sperimentale dei rapporti fra tonsille e stati di ipersensibilità, in Rendiconti dell'Istituto superiore di sanità, XI (1948), pp. 5-62, in collab. con E. Cecchi; Mio-endocardite allergica sperimentale. Influenza inibitrice della piressia provocata sulla insorgenza del quadro isto-patologico di reazioni carditiche iperergiche, ibid., pp. 303-332, in collab. con A. Pala; Eritema nodoso e tonsille. Ricerche istopatologiche sul comportamento delle amigdale negli stati di ipersensibilità spontanea, ibid., pp. 1444-1471, in collab. con E. Cecchi; La parotite allergica. Studio dei rapporti fra ghiandole salivari e stati di ipersensibilità sperimentale e spontanea, ibid., XII (1949), pp. 848-886, in collab. con E. Cecchi.
Ma fu soprattutto alla reumatologia che il L. recò i contributi più fecondi e significativi: dedicatosi allo studio dell'etiologia, della patogenesi e dei quadri clinici e anatomopatologici delle malattie di interesse reumatologico, con geniale intuizione progettò l'accorpamento dottrinale della trattazione di tutti quei processi morbosi, di ordine infiammatorio e degenerativo, che originano ed evolvono prevalentemente nei tessuti connettivi dell'organismo e delle sindromi a essi collegate; e, vero pioniere in Italia della nuova disciplina, intravide, in epoca antecedente agli sviluppi degli studi sull'immunologia, l'importanza dei fenomeni immunitari che ne innescano la sequenza patogenetica (Sistematica delle malattie reumatiche, in Il Policlinico, sezione pratica, LX [1953], pp. 1333-1359; Fondamenti e finalità della reumatologia, ibid., LXIII [1956], pp. 137-144). Numerose e di notevole originalità furono le ricerche condotte dal L. in questo settore, tra le quali si ricordano in modo particolare: l'induzione di un'artrite sperimentale nella scimmia (Studi sulla provocazione di un'artrite sperimentale nel rhesus, I, Risultati con l'impiego di adiuvante batterico, in Minerva medica, LV [1964], pp. 4059-4065, in collab. con E. Cecchi et al.; Studi(, II, Risultati con l'impiego di fibrina, ibid., LVI [1965], pp. 323-328, in collab. con E. Cecchi et al.; Studi(, III, Ulteriori risultati con l'impiego di fibrina, ibid., pp. 1509-1512, in collab. con E. Cecchi et al.; Studi(, IV, Effetti della carenza protidica sull'artrite da fibrina, ibid., pp. 1549-1554, in collab. con E. Cecchi et al.; Studi( Risultati conclusivi, ibid., LVII [1966], pp. 1851-1856, in collab. con F. Porzio); l'introduzione nella pratica clinica dell'inoculazione endorachidea degli steroidi a scopo terapeutico (Primi rilievi sull'impiego dell'idrocortisone per via endorachidea, in Il Policlinico, sezione pratica, LXI [1954], pp. 841-846; Sull'impiego dell'idrocortisone per via subaracnoidea, in Minerva medica, XLVII [1956], pp. 1013-1020, in collab. con E. Cecchi); la descrizione delle forme meno comuni e più gravi dell'artrite reumatoide (La localisation pulmonaire de la polyarthrite chronique évolutive (rheumatoid lung), in Revue du rhumatisme et de maladies osteo-articulaires, XXIII [1956], pp. 721-733, in collab. con E. Cecchi; Le lesioni viscerali della malattia reumatoide maligna; studio clinico e anatomopatologico, in Minerva medica, XLVIII [1957], pp. 1241-1254, in collab. con E. Cecchi - E. Masdea; Il polmone nel reumatismo cronico primario (artrite reumatoide), in Reumatismo, X [1958], suppl., 1, pp. 144-162, in collab. con E. Cecchi; Ipercortisonismo e malattia reumatoide maligna, ibid., XIII [1961], pp. 317-342, in collab. con C. Cervini - T. Di Giulio); i numerosi studi sull'inquadramento nosografico, la patologia e la clinica di vari quadri morbosi di interesse reumatologico (Il problema della fibrosite nel quadro delle malattie reumatiche; ricerche sperimentali, in Rendiconti dell'Istituto superiore di sanità, XIV [1951], pp. 287-308, in collab. con E. Cecchi; La posizione nosografica della miocardite ossificante; influenza della terapia cortisonica, in Minerva medica, XLIV [1953], pp. 573-584, in collab. con E. Cecchi; Artrosi e ormone somatotropo, in Rendiconti dell'Istituto superiore di sanità, XVII [1954], pp. 1067-1096, in collab. con E. Cecchi e L. Schiavetti; Aspetti e spunti di clinica e di patogenesi delle artropatie senili, in Giornale di gerontologia, II [1954], suppl., 4, pp. 345-372; Sindrome neurodistrofica del piede, in Reumatismo, VIII [1956], pp. 235-265; Le discopatie dal punto di vista medico-reumatologico, in Il Policlinico, sezione pratica, LXIV [1957], pp. 305-325, in collab. con L. Schiavetti).
Di particolare rilievo fu inoltre la produzione trattatistica del L.: Clinica e terapia delle artropatie acute e croniche, Roma 1946, primo trattato italiano delle malattie di interesse reumatologico; Schemi di semeiotica medica, ibid. 1948; Reumatismo e gravidanza, ibid. 1951, in collab. con C. Cervini; Semeiotica delle malattie reumatiche, ibid. 1951, 1( premio Acqui ex aequo; Problemi di patologia dell'istoreattività, ibid. 1952, in collab. con E. Cecchi; Reumatismo, malattia sociale, ibid. 1954; La spondilite anchilosante, ibid. 1955, in collab. con C. Cervini; Trattato di reumatologia, ibid. 1955, in collab. con E. Cecchi, 2( premio Marzotto; Il polmone nella malattia reumatoide, ibid. 1966, in collab. con L. Buratti et al.
Molto attivo in campo didattico e nella divulgazione tra i medici dell'importanza della reumatologia, il L. istituì nell'Università di Roma un corso di perfezionamento post laurea della specialità e nel 1955 fondò l'Ente giornate reumatologiche romane che ogni anno avrebbe organizzato nella capitale incontri scientifici ad alto livello fra i cultori della disciplina italiani e stranieri pubblicandone i resoconti in Atti delle Giornate reumatologiche romane. Vincitore di vari premi, tra i quali il Baccelli al merito clinico nel 1932 e nel 1936-37 il Petazzi per i lavori di terapia, appartenne a numerose accademie e società mediche.
Ancora attivissimo in clinica e nella ricerca scientifica, il L. morì improvvisamente a Roma il 23 maggio 1967.
Dal suo matrimonio con Maria Giuseppina Panzini aveva avuto i figli Enrico, Bianca e Mario, che seguì le orme paterne e si avviò all'esercizio della radiologia medica.
Fonti e Bibl.: Alla amichevole cortesia del figlio Mario si debbono notizie, precisazioni e la disponibilità di preziosi documenti familiari. Necr., in Boll. ed atti della Acc. medica di Roma, XCII (1967-68), pp. 197-199 (C. Frugoni); Atti della Acc. Lancisiana di Roma, n.s., XII (1968), pp. 79-84 (R. Liberti); T. Lucherini, Curriculum, Roma 1956; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 401 s., 407, 411 s.; II, p. 502; Nel centenario della nascita. T. L. maestro e pioniere della reumatologia, in Il Reumatologo, XII (1991), pp. 242 s.; C. Longo, Il profilo umano, ibid., pp. 243 s.