TOMMASO di York
Francescano inglese, rappresentante della corrente francescano-agostiniana a Oxford intorno alla metà del sec. XIII, scolaro e terzo successore di Adamo di Marsh; ebbe il titolo di magister a Oxford nel 1253, morì nel 1260.
La sua opera principale, ancora inedita, è la grande Metaphysica, in sei libri (su base aristotelica, secondo l'interpretazione di Averroè): il primo di essi accanto all'introduzione e alla trattazione de creatore contiene la "teologia razionale"; il secondo tratta dell'origine dell'essere e del problema del principio del mondo (riferendosi a Mosè Maimonide) e poi dei principî dell'essere, della forma e della materia; il terzo tratta della philosophia prima e della dottrina dell'ente e della causa; il quarto espone le divisiones entis (ente sostanziale, ente accidentale), e la dottrina degli universali; il quinto libro tratta delle proprietà trascendentali dell'ente, della questione della verità, e del concetto della verità; il sesto tratta de ente speciali, del mondo e delle parti del mondo; la trattazione dell'anima è rimasta incompleta. L'opera di T. di York viene citata come la prova più caratteristica dell'accurato studio di Aristotele e della filosofia arabo-giudaica da parte dei filosofi della scuola francescana oxoniense, che cercavano di assimilarsi così la nuova cultura aristotelica, pur tenendo saldi i loro fondamenti mistici e agostiniani. Scritta tra il 1250 e il 1260, precede come esposizione della metafisica aristotelica, l'opera di Tommaso d'Aquino, anzi quella di Alberto Magno. Così T. di York va messo accanto a Roberto Grossatesta.
Bibl.: F. Ehrle, T. de Eboraco (von York), in Zeitschrift für katholische Theologie, VII (1883), p. 43 segg.; M. Grabmann, Die Metaphisik des Th. von Y., in Festgabe für Cl. Baeumker, Friburgo in B. 1913, pp. 181-193; E. Longpré, Th. d'Y. et Matthieu d'Aquasparta, Textes inédits sur le problème de la création, in Archive d'Histoire doctrinale et littéraire du Moyen Âge, I (1926-1927), pagine 269-308.