MAURO, Tommaso
de. – I soli dati che si conoscono sul M. derivano dalle sue composizioni per il teatro musicale; produzione che, seppure esigua, ha rilevanza storica per le vicende dei teatri napoletani del Settecento e per la formazione del nuovo genere dell’opera buffa.
Il suo esordio avvenne a Napoli nel 1701 con La donna sempre s’appiglia al peggio, un breve dramma per musica su libretto di Carlo De Petris rappresentato in un teatrino di pupi situato, secondo Croce, al largo del Castello, un’area della città tradizionalmente destinata allo spettacolo popolare. L’operina rallegrava la mesta stagione di carnevale segnata dalla chiusura dei teatri per la morte del re di Spagna Carlo II, alla fine del 1700.
Nell’avvertenza al lettore che accompagna il libretto, il M. è presentato come un giovane e valente compositore napoletano: «la musica è del Sig. Tomasso di Mauro, del quale non ti parlo, perché sai chi è, e in che predicamenti vive appresso la città tutta. È giovine, e si contentarebbono i vecchi della sua professione d’imitarlo se non uguagliarlo» (La donna sempre s’appiglia al peggio, Napoli 1701, c. A3v); e sulle sue doti, «tanto del suonare, quanto del componere», si dilunga un sonetto encomiastico che precede nella stampa il testo del dramma (c. A4v).
Dopo questa prova, ebbe l’incarico di scrivere, sempre su libretto di De Petris, la musica dell’Ergasto, messo in scena al Fiorentini nell’ottobre 1706. La rappresentazione segnava il passaggio di questo teatro, che tanta importanza avrebbe avuto nella vita musicale napoletana del Settecento, dalla prosa allo spettacolo in musica, un genere che fino a quel momento era stato di esclusiva pertinenza del teatro S. Bartolomeo.
Le prime opere del M., come è stato messo in rilievo (Degrada), si muovono nell’ambito di tematiche comico-amorose che precedono il nuovo genere dell’opera buffa e della «commedeja pe’ mmuseca», al cui esordio lo stesso M. contribuì. Pochi mesi dopo la rappresentazione di Patrò Calienno della costa di Antonio Orefice, la prima commedia in musica in dialetto napoletano messa in scena al Fiorentini nell’ottobre del 1709, gli impresari del teatro affidarono al M., ancora in collaborazione con De Petris, l’incarico di scriverne un’altra simile. Lo Spellecchia, questo il titolo della commedia, venne rappresentata il 14 dicembre dello stesso anno. Nel libretto (Napoli 1709, c. A3r) sono attribuite al M. la musica del secondo atto e alcune arie del primo e del terzo.
Il 23 luglio 1716 egli fece domanda, non accolta, per succedere a Gaetano Veneziano nei ruoli della Cappella reale; non si hanno ulteriori notizie del M. dopo quella data.
Della musica scritta per il teatro non rimane nulla; alcune composizioni del M. sopravvivono in raccolte manoscritte di cantate; un concerto, forse suo, era conservato nella biblioteca musicale del margravio di Brandeburgo, Christian Ludwig, dedicatario dei Concerti brandeburghesi di J.S. Bach.
Fonti e Bibl.: B. Croce, I teatri di Napoli: secolo XV-XVIII, Napoli 1891, pp. 216, 225; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatorii, IV, Napoli 1892, p. 34; M. Scherillo, L’opera buffa napoletana durante il Settecento, Napoli 1916, pp. 93-95; U. Prota-Giurleo, Nicola Logroscino, il dio dell’opera buffa…, Napoli 1927, p. 16; Id., Breve storia del teatro di corte e della musica a Napoli nei secoli XVII-XVIII, in Il teatro di corte del palazzo reale di Napoli, Napoli 1952, pp. 81, 83; F. Degrada, Il palazzo incantato. Studi sulla tradizione del melodramma dal barocco al romanticismo, Fiesole 1979, I, pp. 44, 47; F.C. Greco, Teatro napoletano del ’700. Intellettuali e città fra scrittura e pratica della scena. Studio e testi, Napoli 1981, pp. XXVIII s.; M. Boyd, Bach. The Brandenburg Concertos, Cambridge 1993, p. 18; F. Cotticelli - P. Maione, Onesto divertimento, ed allegria de’ popoli. Materiali per una storia dello spettacolo a Napoli nel primo Settecento, Milano 1996, pp. 98, 123, 363; R. Eitner, Biographisch-bibliographisches Quellen-Lexikon der Musiker, VI, p. 395; C. Schmidl, Diz. universale dei musicisti, II, p. 67; C. Sartori, I libretti a stampa dalle origini al 1800, II, p. 403; III, p. 47; V, p. 252; The New Grove. Dict. of music and musicians, XVI, pp. 162 s.