DAINERI, Tommaso
Ignote sono le date della sua nascita e della sua morte. Risulta che nacque a Modena e che studiò a Padova e a Ferrara, dove, il 12 giugno 1490, conseguì il titolo di dottore in medicina. Entrò, in data imprecisata, al servizio del duca di Ferrara Ercole I d'Este dal quale fu inviato in Ungheria con una missione diplomatica. Il 12 nov. 1505 era ancora vivo come attesta l'ultima sua lettera a noi nota.
Del D. si conserva alla Biblioteca Estense di Modena un incunabolo di un solo foglio, di contenuto astrologico, che ha per titolo: Coniunctiones et oppositiones luminariuni anni Christi 1496. Calculate ad meridianum inclitae civitati mutine per clarissimum artium et medicie doc. d. magistrum thomam dainerium mutinensem. Si conservano, ancora, all'Archivio di Stato di Modena, numerose lettere, solo in parte studiate e pubblicate da C. Foucard nel 1881.
Nella lettera spedita da Buda il 25 febbr. 1501 il D. informa il duca Ercole di essere giunto a Buda il 28 gennaio e gli illustra l'itinerario seguito. L'8 ag. 1501 il D. scrisse due lettere. Nella prima descrive la festa del Corpus Domini a Buda con la partecipazione del re e di tutto il popolo. Il culmine fu raggiunto dando fuoco al modello d'una grande moschea e ad innumerevoli pupazzi, simboleggianti personaggi turchi. Alla vista delle fiamme la moltitudine si avventò minacciosa sulla scena, raffigurante l'odiato nemico, che fu totalmente distrutta in un primitivo furore liberatorio. Durante i festeggiamenti, da una fontana sgorgava ininterrottamente del vino che tutti bevvero in allegria sino ad ubriacarsi completamente. Nella seconda il D. descrive la forma e il funzionamento di alcuni strumenti scientifici che aveva avuto modo di osservare; un grande astrolabio d'argento finemente lavorato, un orologio d'argento, diurno e notturno, e uno "spolverino da hore" in argento e oro. Il 15 sett. 1501, il duca Ercole rispose al D. e lo incaricò di procurargli un esemplare di quegli strumenti, impegno che fu preso dal D. in una lettera del 22 ott. 1501. In quello stesso giorno il D. scrisse un'altra lettera al duca di Ferrara, una vera e propria dissertazione sulle caratteristiche geografiche, sull'estensione e sui confini dei paesi danubiani e balcanici, soffermandosi in particolare sul Regno degli Ungari. Riferì, pure, numerose notizie, anche storiche, sulle principali città della regione. A questo proposito D. ebbe come riferimento la Cosmografia di Tolomeo che corresse quando le sue osservazioni e le sue indagini più approfondite mostravano una realtà diversa. Nella lettera del 15 genn. 1502, il D. accenna alla guerra che era scoppiata tra Alessandro Jagellone, re di Polonia e granduca di Lituania e suo suocero Ivan III di Moscovia: descrive le preoccupazioni degli Ungheresi che temevano una invasione del nemico turco, attraverso il Danubio gelato; elenca, infine, alcuni usi e costumi dei Tartari, popolazione nomade, alleati, nella predetta guerra, dei Lituani.
Nell'ultima lettera da noi esaminata del 7 ott. 1502 il D. descrive brevemente la collocazione geografica della Transilvania, allegando una schematica rappresentazione cartografica della stessa.
Fonti e Bibl.: La fonte principale per lo studio dei D. è il suo epistolario in parte inedito conservato all'Arch. di Stato di Modena (Cancelleria ducale, Ambasciatori, Ungheria, b. 3), lettere del medesimo in data: 13 maggio; 21 ag.; 24 ott.; 5, 19, 28 nov.; 2, 22, 29 dic. 1501; 27 febbr.; 18 marzo; 4, 19, 30 maggio; 6, 9 luglio; 21 ag.; 29 sett.; 21 ott.; 10 dic. 1502. 4 genn.; 23 marzo; 23 luglio 1503; più una minuta di lettera a lui diretta in data 14 febbr. 1502; Ibid., Cancell. ducale, Particolari, f. 397, lettera del D. in data 12 nov. 1505, in parte edita da C. Foucard, Descriz. dell'Ungheria nei secc. XV e XVI, Budapest 1881, pp. 7-25; F. P. Maffei. Zardin de infiniti, suavissimi, et redolenti fiori.... II, Venezia 1500, p. 162; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, II, Modena 1782, p. 203; P. Amat di San Filippo, Biografia dei viaggiatori ital., I, Roma 1882, p. 700; G. Pardi, Titoli dottorali conferiti dallo Studio di Ferrara nei sec. XV e XVI, Lucca 1900, pp. 86 s.