Nome con cui è noto il pittore Tomaso Barisini (Modena 1325 o 1326 - ivi 1379). Dall'esperienza della pittura e dalla miniatura bolognesi (Vitale da Bologna) T. andò maturando un personale ed efficace naturalismo di cui sono testimonianza le opere eseguite a Treviso (affresco Quaranta personaggi illustri dell'Ordine domenicano, 1352, convento di S. Nicolò), tra cui le pale qui commissionategli da Carlo IV per il castello di Karlštejn che ebbero un influsso decisivo sulla pittura boema.
Avviato all'arte dal padre Barisino (m. 1343), completò la sua formazione a Bologna; i riferimenti ai modi di Vitale e dei miniatori bolognesi, presenti nelle opere giovanili (trittichetto, firmato, nella Galleria Estense di Modena, 1345; altaroli nella Pinacoteca naz. di Bologna e nella Walters art gallery di Baltimora), trovano un'originale elaborazione espressiva negli affreschi che T. lasciò a Treviso, dove dimorò a lungo (1348-58 circa). Per il convento di S. Niccolò eseguì oltre al fregio nella sala capitolare con Quaranta personaggi illustri dell'Ordine domenicano, potentemente individuati, su un pilastro della chiesa S. Girolomo e Sant'Agnese fra S. Romualdo e S. Giovanni Battista. Concordemente attribuiti a T. sono la Madonna col Bambino e santi in S. Francesco e le Storie di s. Orsola per S. Margherita (scoperto nel 1882; affreschi staccati ora nel Museo civico), vigorose ed espressive nel ricco gusto narrativo. Al periodo trevisano risalgono anche un trittico e un dittico, firmato, eseguiti per Carlo IV e inviati in Boemia (1355, Castello di Kalstejn), che mostrano un forte influsso senese. La sua attività, dopo il ritorno a Modena, è scarsamente documentata: a parte la frammentaria Madonna sul pilastro del pulpito del duomo e quella in S. Agostino, il suo nome è stato associato soprattutto agli affreschi con Storie di s. Ludovico in S. Francesco a Mantova; le numerose attribuzioni, espunte poi dal suo corpus, sono tuttavia una conferma della sua profonda influenza sull'arte dell'Italia settentrionale.