TOMMASO da Celano
Primo biografo di S. Francesco d'Assisi, nacque a Celano (non Cellino) nell'Abruzzo, forse di famiglia nobile; certo fu uomo letterato. Associatosi verso il 1215 al santo di Assisi, nel 1221 andò con la prima missione in Germania, dove nel 1223 fu superiore della custodia del Reno. Quanto vi rimanesse non si sa; certo fu ad Assisi nel 1228 e nel 1230, e probabilmente anche negli anni 1244-47 e 1250. Sembra essere morto nelle vicinanze di Tagliacozzo (Abruzzo), dove nella chiesa di S. Francesco riposano tuttora le sue spoglie mortali. T. a tre riprese scrisse su S. Francesco: la Vita I (1228-29) per comando di Gregorio IX, la Vita II (1244-47) per ordine del generale Crescenzio da Iesi, il Tractatus miraculorum (verso il 1250) per incarico del generale Giovanni da Parma. Benché aspramente criticato da alcuni moderni, specie per la Vita I (v.), egli è sempre alla base della storia di S. Francesco (v. anche francesco, santo, XV, pp. 847-848). Per la Vita II ebbe la collaborazione dei discepoli più intimi del santo. Il Tractatus miraculorum racconta principalmente i miracoli postumi; vi è però tra l'altro il commovente episodio di Iacopa de' Settesoli. Dalla Vita I lo stesso T. compose una leggenda a uso del coro. Oltre a una leggenda di S. Chiara d'Assisi (ed. Pennacchi, Assisi 1910), gli si attribuiscono anche due sequenze in onore di S. Francesco: Sanctitatis nova signa, e Fregit victor virtualis. Il famoso Dies irae ascrittogli fin dal sec. XIV, recentemente gli venne contestato (v. dies irae), ma F. Ermini glielo rivendicò. L'opera di T. su S. Francesco, soppiantata nel 1266 dalla leggenda dovuta a S. Bonaventura, sino ai tempi moderni non ebbe gran diffusione.
La Vita I fu stampata la prima volta negli Acta Sanctorum, Ottobre II (Anversa, 1768), 683-723; la Vita II, insieme con la Vita I, da St. Rinaldi (Roma 1806). Tutt'e due furono riprodotte da L. Amoni (Roma 1880). L'edizione migliore di tutti i testi su S. Francesco è quella dei francescani di Quaracchi, Analecta Franciscana, X, fasc.1-3, 1926 segg., di cui esiste anche un'edizione minore senza apparato critico; un'altra edizione completa anteriore è di E. d'Alençon (Roma 1906). Traduzione italiana di F. Casolini (Quaracchi, Milano 1923). L'edizione latina tentata da H.G. Rosedale (Londra 1904) ebbe poco successo.
Bibl.: Oltre le prefazioni alle edizioni citate, v.: V. Facchinetti, T. da C., Quaracchi 1918; G. da Caesaris, Memorie francescane Pennesi, Lanciano 1927, pp. 25-32; V. Balzano, T. da Cellino e il Dies irae, in Rivista abruzzese di scienze e lettere, VII (1892), pp. 297-324; F. Ermini, Il poeta del Dies irae, in Atti dell'Accademia degli Arcadi, VII-VIII (1931), pp. 213-223; W. Goetz, Die Quellen zur Geschichte des hl. Franz von Assisi, Gotha 1904, pp. 57-243; L. Cellucci, Le leggende francescane del secolo XIII nel loro aspetto artistico, Roma 1929, pp. 38-105; V. Facchinetti, San Francesco d'Assisi (Guide bibliografiche), Roma 1928, pp. 65-72.