CATANI, Tommaso
Nato a Firenze il 7 dic. 1858 da Germano e da Maria Francia, dopo aver studiato presso gli scolopi nel collegio La Grande Magnolia della città natale, a 17 anni entrò novizio nell'Ordine. Nel 1876 si iscrisse alla facoltà di scienze naturali nell'ateneo fiorentino, laureandosi nel 1880 a pieni voti; nello stesso anno veniva ordinato sacerdote a Livorno. Intanto, in ossequio alla regola dell'Ordine, che richiedeva, oltre ai voti di povertà, castità e obbedienza, il "magistero",dopo la prime esperienze didattiche nelle scuole elementari della casa scolopia de Il Campuccio (Firenze) passò per i vari gradi di scuole, fino ad avere l'incarico ora di scienze naturali, ora di lettere italiane nei licei, sempre tenuti dall'Ordine, di varie località della Toscana e infine di Firenze. Qui, presso il collegio scolopio de Le Acacie, dove trascorse la maggior parte della sua vita, insegnò anche storia naturale nei corsi della scuola tecnica. In pari tempo ricoprì vari incarichi interni, quale precettore degli studenti, prefetto dei novizi, e, infine, dal 1904, rettore del collegio Il Canneto, alla periferia di Firenze.
Una certa vocazione a scrivere, già manifestatasi nell'adolescenza (due romanzi, L'esposto e La battaglia di Waterloo, che si affrettò a distruggere), ebbe nel C. pieno sfogo, collegandosi all'attività di insegnante e di sacerdote, in una ricchissima produzione, rivolta ai giovani, di scritti didattico-morali e religiosi, di testi scolastici, di romanzi didascalici di amena lettura, di racconti di viaggi. Anche se raggiunse una certa notorietà, il C. non ha certo, nella letteratura per l'infanzia, né validità né rilievo; propagatore di una codina pedagogia dell'ossequio, non ebbe neppure originalità di fantasia e di ideazione. Le pagine del C. delineano un ideale tradizionale di bambino rispettoso dei genitori, dei maestri, di tutte le autorità, studioso, obbediente, dedito alle pratiche religiose, puro di mente e di cuore, secondo i principi ispiratori della pedagogia calasanziana. Va infine notata anche la disinvoltura con cui usò ritornare sui propri scritti solo con lievi manipolazioni, o raccogliere a volte insieme quasi a caso bozzetti e frammenti della più varia natura.
Il 1º giugno 1925 il C. morì nella Casa del Pellegrino, presso Firenze, dove aveva trascorso sofferente i suoi ultimi anni immerso negli studi.
La lingua del C., a forme classicheggianti prettamente letterarie e dense di arcaismi, alternò la "buona" lingua parlata di Firenze, dai vocaboli e costrutti benaccetti alla Crusca e al Fanfani, secondo la voga manzoniana, nonché elementi di vernacolo. Frequenti i troncamenti, sia nelle voci verbali che negli aggettivi, le elisioni, le forme apostrofate; frequenti le doppie particelle pronominali contratte; preferito nei verbi l'uso delle scempie in luogo delle consonanti doppie, e frequenti quelle varianti cosiddette antiche o poetiche: la prima persona in "a" nell'imperfetto indicativo, l'uso di avere come ausiliare anche se riflessivo; abbondanti gli esempi di enclisi pronominale; indifferente l'uso delle desinenze in "iere" e "iero".
Erano forme che il C. aveva assorbito dai suoi maestri, molti dei quali accademici della Crusca e convinti puristi, e dalla tradizione classica degli studi coltivata dagli scolopi. Col passare degli anni il C. però diradò l'uso di troppo frequenti arcaismi, attutì anche la caratteristica linguaiola del "parlar toscano",sotto una indubbia influenza carducciana. Permase peraltro il vezzo delle citazioni dantesche o manzoniane a mo' di similitudini, non sempre efficaci, dell'abbondante ricorso a figure retoriche e ai modi di dire fiorentini.
Gli scritti didattico-morali e religiosi (pie letture, vite apologetiche e di santi, insegnamenti di pie pratiche) esibivano tutte le virtù che si sarebbero volute veder coltivate dai giovani lettori, cui ci si rivolgeva a mo' di sermone,ma con pesante gravezza moralistica nella esposizione. Parallelamente, il C. compose molti libri di lettura per le classi elementari, ordinatigli dai superiori per le scuole scolopie, ma spesso largamente adottati anche per le scuole laiche dai consigli scolastici. Il canovaccio comune al ciclo che si intitola a Ugo è la storia di un gruppo di scolari, appunto Ugo e i suoi compagni di classe, di cui vengono narrate le varie vicende familiari, inframezzate a nozioni di scienze naturali esposte in buoni termini scientifici, con minuti particolari che fanno smarrire il filo del racconto e sono talvolta di difficile comprensione.
Il C. diceva di ispirarsi a ragazzi incontrati nella vita reale. Ma la costante dei suoi personaggi è una ricorrente sequela di vicende dolorose, di tristi destini, di intrecci improbabili, di varie peripezie per cui i protagonisti escono dal racconto e vi ricompaiono imprevedibilmente, ora nell'uno ora nell'altro libro. L'intento moralistico - anche in senso classista - straripa, specialmente nel concludersi delle vicende. I cattivi, nei quali si assommano tutte le cattiverie e i peggiori sentimenti, o trovano la via del pentimento, o sono duramente puniti dal destino; i poveri soffrono rassegnati la loro condizione; i ricchi sono caritatevoli e si compiacciono dei loro buoni sentimenti umanitari. I rapporti familiari sono altrettanto convenzionali: i genitori - anche se di umile condizione - sono modelli di valori borghesi, solerti nel coltivare virtù cristiane nei figli; fratelli e sorelle si amano teneramente e si proteggono a vicenda. Le donne sono umili e sottomesse, rispettose dell'autorità maschile, dedite alle occupazioni domestiche. I volumetti di specifica lettura per le fanciulle hanno tono e contenuto pacati, intendimenti apertamente moralistici, ispirazione di sentimenti gentili e garbati, secondo quell'ideale di maniera che era anche delle riviste femminili cui il C. collaborò.
A fine istruttivo hono anche i racconti di viaggio, parte dei quali raccolti nella collana "In giro per il mondo" dell'editore Bemporad, cui il C. era stato segnalato da Ida Baccini che lo aveva assiduo collaboratore della sua rivista Cordelia. Nacquero questi racconti in gran parte dalla diligente stesura di appunti raccolti nei viaggi che, per più di vent'anni, il C. intraprese durante le vacanze,dalla fine di agosto a ottobre inoltrato, percorrendo a piedi in lungo e in largo, sacco in spalla, le Alpi italo-svizzere, gli Appennini, la Toscana, ospite per lo più di parroci o di istituti religiosi, in cerca di bellezze naturali, curiosità geologiche, laghi e cascate, ghiacciai e sorgenti. Parte però dei racconti furono ideati sulla carta, e attribuiti a personaggi di fantasia, con notizie tratte da una scrupolosa documentazione libresca. Non manca un accenno alla storia dei luoghi, alle opere d'arte, al folclore, ai dialetti. Le notizie sono esattissime e controllate, perché il C. è anzitutto un dotto scolopio votato all'elevazione culturale della fanciullezza e del popolo, fedele a una corretta divulgazione della scienza. Ma tale precisione poi si riduce in un appesantimento nozionistico, che invano il C. tenta di compensare inserendo fatterelli, note scherzose, pennellate di colore locale. I tipi incontrati sono appena accennati e mai pervengono alla consistenza di personaggio, per i limiti letterari del C., e anche per la sua tecnica narrativa, che spezzetta il racconto in capitoletti brevissimi, introdotti da un sommario.
Nel ciclo di romanzetti per ragazzi, della collana Salani, i personaggi, secondo una voga lanciata dalla Baccini, sono animali parlanti di ogni specie, in giro tra la città e la campagna, protagonisti di storie spesso strazianti che si intrecciano e ramificano in un disegno complicato e disordinato. La narrazione procede non di rado prolissa, spesso disturbata dal consueto far digressioni, mossa da una fantasia a volte giustapposta a volta suggestiva per l'infanzia (come nell'invenzione dei nomi più strani: Agarista Gelsomini, la barbagianna Pappa con l'olio, la gallina Piaccianteri, il prof. Pirro Colpodivento, il grillo Meghighi, la talpa Ferraù, la bambina Notte). Nel trattare le figure degli animali il C. si lascia andare alla descrizione di caratteri e sentimenti di insolita e calcata crudezza, quasi contrapponendo, al modello ideale di comportamento umano, il comportamento della animalità. Gatti, cani, galline, barbagianni, tacchini, cavalli, ciuchini sono crudeli, invidiosi falsi, traditori, disonesti in maniera assoluta; usano anche vocaboli spregiudicati per la penna di un religioso.
Alcuni altri romanzetti ebbero ambientazione in immaginari mondi astronomici, o in confuse ere preistoriche.
Scritti didattico-morali e religiosi: Fra le corti - Lettura per i giovani, Firenze 1883; Belli, buoni e bravi - Lettura per i giovinetti, ibid. 1883; Il pellegrino della Polonia, ibid. 1884; Letture per i giovanetti - "25 maggio 1085",ibid. 1885; Il mese di maggio dei giovinetti, ibid. 1887 (2 ed. 1906); Il mese di maggio delle giovinette, ibid. 1887 (2 ed. 1906); Il beato Pompilio M. Pirotti delle Scuole Pie (versione dallo spagnolo), ibid. 1890(2 ed. 1915); S. Giovanni della Croce (1542-1591), ibid. 1891; Un amico dei ragazzi (S. Giuseppe Calasanzio), ibid. 1897(2ed. 1917, 3 ed. 1923); La prima comunione dei giovinetti, ibid. 1908; La prima comunione delle giovinette, ibid. 1908;"Il Canneto" - Memorie di un prete, ibid. 1912; Il giovinetto martire s. Florenzio, ibid. 1918; L'adorazione perpetua della Chiesa delle suore calasanziane di via Faenza, ibid. 1918; Gli Ariani - Romanzo storico-religioso del tempo di Costantino, ibid. 1918; Cor mundum - Corso d'istruzione per i ragazzi di Prima Comunione, ibid. 1919; Spiegazione del Vangelo delle domeniche. Discorsi sulle solennità spirituali per i ragazzi, ibid. 1924; Vita di Gesù, ibid. s.d.; La giornata del viandante. Raccolta di preghiere tradotta dal tedesco, ibid. s.d.
Scritti scolastici: Ugo: i primi passi, Firenze 1885; Ugo e Truffolino - Libro di lettura per la terza classe elementare, ibid. 1886; Ugo e Paolino - Libro di lettura per la quarta classe elementare, ibid. 1888 (2ediz. 1900, 3 ed. 1906); Nozioni di fisica e storia naturale per le scuole elementari secondo i recenti programmi, parte I (elem. inf., prima-seconda-terza del nuovo ordinamento), ibid. 1889; Ugo e Peppino, parte I, per la quinta elem., ibid. 1890 (2 ediz., 1911); Ugo e Peppino, parte II, per la sesta elem., ibid. 1890; I primi passi di Ugo - Libro di lettura, per la seconda elem., ibid. 1892 (2ediz.); L'uomoe il suo mondo - Nozioni di scienze naturali e fisiche per la quinta e sesta elem.,in coll. con G. Giovannozzi, 2voll., ibid. 1910.
Scritti di lettura amena e fantastica: In cerca di cavallette - Gitanelle Alpi Apuane raccontata ai ragazzi, Firenze 1884; Letture per igiovinetti - In un angolo d'America, ibid. 1886; Al paese dei canarini, ibid. 1894 (2 ediz. 1897); Al paese verde - Passeggiate alpine, ibid. 1895 (2 ediz. 1897); Rina - Libro per le giovinette, ibid. 1896; Le isole dell'arcipelago toscano - Viaggio di Pirro Colpodivento, ibid. 1898; Barabbino: avventure di due scarabei, ibid. 1900; Il Cavalier Mirtillo (seguito a Barabbino), ibid. 1902; Rina: il Sempione, Milano, Venezia, lungo il Toce, ibid. 1902 (2ediz.); Come fu trovato Barabbino (seguito a Ilcavalier Mirtillo), ibid. 1904; I grandi italiani, ibid. 1906 (2ediz.); Aquile e cervi (seguito di Al paese verde),ibid. 1907; Truffolino - Scene per i ragazzi in 3 atti, ibid. 1911; La Signorina S. - Scaramucce, passeggiate, novelline e paradossi, ibid. 1913; Ragazzo brutto, ibid. 1913; Marchino - Avventure di un asino, ibid. 1914; Uno sciopero nel pollaio, ibid. 1914; La congiura delle galline, ibid. 1914; Avventure di due canini, ibid. 1915; Casa mia... casa mia... - Storia di un piccolo emigrato, ibid. 1916; Piccola guida della Badia Fiesolana, ibid. 1918; La caccia al gatto rosso, ibid. 1921; Pazzarellina, ibid. 1922; Il girasole azzurro, ibid. 1922; A spasso per il cielo, ibid. 1922; L'omino di ferro - Storia di un eroe di dodici anni, ibid. 1922; Lo studente gobbo, ibid. 1923; Vandolino, ibid. 1923; Il Capitano Cacino, ibid. 1924; La signorina Pantofola, ibid. 1924; Pinocchio nella luna, ibid. 1924; Cappuccio, ibid. 1925; Il Parroco di Grosuglio - Romanzo, ibid. 1925; Il pergolato delle rose, ibid. 1925; La formica nera, ibid. 1925.
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