BONSI, Tommaso
Nacque a Firenze nel 1522 da Roberto e da Elisabetta Soderini. Senatore di Firenze, venne in Francia nel 1550 con Lorenzo Strozzi, vescovo di Béziers, che l'assunse come suo vicario generale. Questa carica gli fu conservata dal cugino Giuliano de' Medici, successore dello Strozzi nel vescovato di Béziers.
Nel 1571 il Medici fu promosso arcivescovo di Aix-en-Provence e un canonico della cattedrale di Saint-Sauveur d'Aix, André d'Estienne, fu nominato al vescovato di Béziers il 25 genn. 1572. La nomina fu revocata però il 27 apr. 1573. Durante la vacanza della sede che si prolungò fino al 1575, i beni del vescovato furono amministrati da economi reali, mentre il grande arcidiacono Julien Du Caylar assicurava il governo spirituale della diocesi. Alla fine il comportamento coraggioso tenuto dal B. nel novembre del 1575, nel corso dell'imboscata tesa dagli ugonotti della bassa Linguadoca vicino a Béziers, contribuì a fargli concedere la nomina a vescovo di Béziers, su istanza della regina madre Caterina de' Medici. Fu preconizzato nel concistoro del 6 apr. 1576.
Durante i primi anni del suo vescovato gli furono affidate da Enrico III e da Caterina de' Medici due missioni alla corte di Toscana. Fu incaricato di negoziare il matrimonio di Francesco, duca d'Angiò, con Eleonora de' Medici - progetto d'alleanza che fu però abbandonato rapidamente - e, nel giugno del 1578, fu di nuovo inviato a Firenze per portare le condoglianze del re di Francia in occasione della morte della granduchessa di Toscana Giovanna d'Austria. Ad eccezione di questi due e di un altro viaggio in Italia effettuato dal settembre del 1583 al novembre del 1584, il B. risiedette abitualmente nella sua diocesi e svolse un ruolo politico importante nel corso delle guerre di religione che dilaniarono la Linguadoca.
Intervenuto agli Stati provinciali che si aprirono a Béziers il 12 apr. 1578, egli elaborò insieme a Jean de Monluc, vescovo di Valence, il testo dell'accordo concluso tra i deputati cattolici e protestanti per l'osservanza dell'editto di pacificazione emesso a Poitiers nel settembre del 1577. Alla ripresa della guerra, all'inizio del 1580, con l'aiuto di un suo nipote, il cavaliere Francesco Bonsi, che arruolò a sue spese una compagnia di cavalleggeri, si sforzò in tutti i modi per conservare al re la città di Béziers e impedire che cadesse nelle mani degli ugonotti. Il maresciallo di Montmorency, governatore della Linguadoca, che nell'agosto del 1579 aveva piazzato di guarnigione nel palazzo vescovile un distaccamento di cinquanta uomini per la difesa di Béziers, nominò il B. governatore della città il 24 febbr. 1580. Nel dicembre 1581-gennaio 1582 egli presiedette gli Stati riuniti a Béziers, nel refettorio del convento dei cordiglieri.
Nel 1585 il trionfo della Lega, che, in luglio, impose a Enrico III il trattato di Nemours, provocò nel Sud l'alleanza di Montmorency con il re di Navarra. Il B., che si sforzò invano di staccare il maresciallo dal partito protestante, fu inoltre vivamente irritato dalla costruzione a Béziers di una fortezza al posto della chiesa dei giacobini. Preoccupato che i governatori della nuova fortezza si attribuissero un'autorità superiore alla sua, egli entrò in una cospirazione per sottrarre la città alla obbedienza del Montmorency. Ne era principale esponente Jean Douzon, signore di Villesmssans, presidente e "juge-mage" nel senescalcato e "siège présidial" di Béziers. I congiurati presero disposizioni per introdurre nella città le truppe del maresciallo di Joyeuse, comandante delle forze reali e della Lega in Linguadoca, e cacciarne la guarnigione devota al governatore della provincia. Ma il complotto fu denunciato (aprile 1587) al duca che rinforzò la guardia alle porte di Béziers e fece arrestare i congiurati. Il vescovo, assegnato agli arresti domiciliari, si salvò dalla morte solo per la sua dignità ecclesiastica.
Durante i primi anni del regno di Enrico IV la Linguadoca continuòarestare divisa tra il maresciallo di Montmorency, che fin. dal 1589 si dichiarò per il nuovo re, e il maresciallo di Joyeuse, capo del partito della Lega. Il B. intervenne agli Stati realisti riuniti dal Montmorency a Béziers nel settembre-ottobre del 1589, a Pézenas nel febbraio-marzo del 1591 e a Beaucaire nell'aprile-maggio del 1594. Nel corso degli Stati della parte della provincia sottomessa al re, convocati a Béziers nel febbraio del 1595 dal duca di Ventadour, luogotenente generale, il B. ottenne da lui la proroga per sei mesi della tregua conclusa alla fine del 1594 con la Lega. Presiedette egli stesso gli Stati di Béziers del novembre-dicembre del 1596 e quelli di Pézenas del dicembre 1597-gennaio 1598.
Sul piano religioso amministrò la diocesi con zelo. Difese con coraggio il temporale della chiesa di Béziers, reclutò con cura i membri del clero, rivide e pubblicò la lista delle feste di precetto nella diocesi. Nel 1582chiamò i cappuccini a Béziers e autorizzò ufficialmente il loro insediamento nel 1594.Affidò loro la direzione spirituale della congregazione di Santa Elisabetta della quale fu il fondatore. Restaurò la cattedrale, profanata nel corso delle guerre civili, e ricostruì l'altare maggiore al posto di quello che gli ugonotti avevano distrutto nel 1562. Ilnuovo altare fu consacrato il 21 dic. 1594.
Il principale collaboratore fu Gabriel de Rocoles, canonico e "sotto ciantro" di Saint-Nazaire di Béziers, elemosiniere del re, dottore in diritto canonico, per il quale il B. aveva una grande affezione e nel quale trovò un ausiliario competente e devoto. Rocoles morì il 15 luglio 1600all'età di cinquant'anni.
Nel 1596 il B. resignò il vescovato in favore del nipote Giovanni, figlio del fratello Domenico. Costui prese possesso della sua sede solo nel 1598 e fu trattenuto lontano dalla diocesi prima dalla missione di cui fu incaricato nel 1600 per negoziare il matrimonio di Enrico IV con Maria de' Medici, e poi dalla carica di grande elemosiniere della regina. Così il B., che si era riservato sulle entrate del vescovato una pensione di 2.400 scudi, continuò, malgrado la sua tarda età, a governare la diocesi fino alla morte. Il 19 nov. 1600 egli assistette all'ingresso di Maria de' Medici in Avignone e partecipò ancora nell'ottobre-novembre del 1602 agli Stati di Pézenas. Si spense a Béziers il 22dic. 1603 e fu sepolto nella cappella Saint-Etienne della cattedrale di Saint-Nazaire.
Fonti e Bibl.: A. Desjardins, Négociations diplomatiques de la France avec la Toscane, IV, Paris 372, pp. 172 s.; N. Valois, Inventaire des arrêts du Conseil d'Etat (règne de Henri IV), II, Paris 1893, nn. 10.767, 12.313, 13.852; Lettres de Catherine de Médicis, a cura di H. de La Ferrière e G. Baguenault de Puchesse, VI, Paris 1897, pp. 27, 128; VII, ibid. 1899, p. 510; P. Andoque, Catalogue des évesques de Béziers, Béziers 1650, pp. 152-157; J.-B. L'Hermite de Soliers, La Toscane françoise, Paris 1661, p. 201; E. Gamurrini, Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane et umbre, I, Firenze 1668, pp. 491 s.; Gallia christiana, VI, Paris 1739, coll.368-370; E. Sabatier, Histoire de la ville et des évêques de Béziers, Béziers 1854, pp. 340-352; H. Fisquet, La France pontificale (Béziers,Lodève,Saint-Pons-de-Thomières), Paris 1870, pp. 175-178; C. Devic-J. Vaissète, Histoire générale de Languedoc, XI, Toulouse 1889, passim; M.Bellaud-Dessalles, Les évêques italiens de l'ancien diocèse de Béziers (1547-1669), I, Toulouse-Paris 1901 , pp. 159-213; P. Gauchat, Hier. cath. medii et rec. aevi, IV, Monasterii 1935, p. 116; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, col. 1143; Dict. de biogr. française, VI, col. 1063.