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BOLDONI, Tommaso

di Gaspare De Caro - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)
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BOLDONI, Tommaso

Gaspare De Caro

Nacque a Milano nel 1673. Non si hanno notizie sulla sua attività sino al 1732: in questo anno era a Parma, dove fu presentato a Carlo di Borbone e gli offrì i suoi servigi. Negli anni successivi risiedeva a Vienna e qui nel 1736 fu incaricato dal governo spagnolo di collaborare, senza alcun carattere ufficiale, con l'ambasciatore conte di Fuenclara nel disbrigo degli affari del re cattolico. Contemporaneamente, sempre senza mandato ufficiale, fu incaricato di curare a Vienna gli interessi di Carlo di Borbone e dei suoi sudditi di Napoli e di Sicilia. In compenso di quest'ultima incombenza gli fu concesso dal governo napoletano un "provisionale agiuto" di 100 doppie d'oro. Incarico particolare del B. era quello di sorvegliare le intenzioni del governo austriaco nei riguardi del Regno delle Due Sicilie, da poco conquistato da Carlo di Borbone, e di informare il governo napoletano delle attività dei fuorusciti che avevano trovato ospitalità e protezione presso la corte viennese. L'8 apr. 1741 fu incaricato della rappresentanza ufficiale di Carlo di Borbone presso il granduca di Toscana Francesco di Lorena, che allora risiedeva a Vienna.

Alle corti di Vienna e di Napoli si viveva consapevolmente una vigilia di guerra e l'incarico affidato al B. non fu che una mossa nella serrata schermaglia diplomatica condotta tra i due governi. Accreditando il B. presso Francesco di Lorena, ma non presso Maria Teresa d'Austria, il governo napoletano intendeva confermare l'opposizione all'assunzione dell'eredità paterna da parte della figlia di Carlo VI. Nel presentare le sue credenziali al granduca, il B. cercò di assicurarlo degli amichevoli sentimenti di Carlo di Borbone e contemporaneamente espose qualche preoccupazione per l'arrivo in Toscana di nuove truppe austriache. Il Lorena rispose per iscritto al B. che né da parte sua, né da quella della regina d'Ungheria e di Boemia si nutrivano propositi aggressivi nei riguardi del Regno delle Due Sicilie. Trasmessa la risposta a Napoli, il B. fu duramente rimproverato dal segretario di stato marchese di Salas per aver accettato il documento, nel quale si attribuivano a Maria Teresa d'Austria titoli che il governo napoletano non riconosceva, ed ebbe incarico di comunicare tale replica al granduca. Da questo momento i rapporti tra il Borbone e il granduca praticamente si interruppero, anche se non si arrivò subito ad una rottura ufficiale.

Il B. rimase così a Vienna in una posizione quanto mai difficile, resa ancor più tale dall'atteggiamento di dubbia neutralità assunto da Carlo di Borbone durante la guerra per la successione austriaca. Praticamente il B. non svolse alcun ruolo politico e dovette sbrigare per il suo governo soltanto compiti di limitata importanza: così nel 1741 tentò, senza successo, di convincere il Metastasio a trasferirsi a Napoli per assumervi la carica di poeta di corte, e l'anno successivo condusse analoghe trattative con due artefici tedeschi al servizio di Francesco di Lorena, perché assumessero la direzione della fabbrica di porcellane, recentemente istituita a Napoli da Carlo di Borbone: anche questa volta, tuttavia, non riuscì nell'intento. Soprattutto, però, il B. continuava a sorvegliare i movimenti dei Napoletani rifugiati a Vienna e ad informare il proprio governo degli avvenimenti della corte austriaca, non astenendosi neppure dal comunicare informazioni di carattere militare. La cosa finì per preoccupare il governo di Vienna: il granduca Francesco dichiarò terminata la missione del B. e questi, privato di ogni garanzia diplomatica, nel 1744 fu costretto a trasferirsi a Venezia. Nell'ottobre di quell'anno scriveva al Salas, illustrandogli i molti disagi che aveva dovuto subire per il trasferimento e la difficile situazione economica in cui versava, in seguito alle spese sostenute, e chiedeva soccorsi per sé e per una figlia che si era trasferita con lui. Non se ne hanno altre notizie.

Fonti e Bibl.: Le copie di alcune lettere del B. al marchese di Salas in Archivo General de Simancas, Estado, I, 5833, ff. 53, 74, 96. Alcune lettere del Salas al marchese de Villarias, Sebastian de la Quadra, relative alla missione del B., ibid., ff. 51, 73, 95; M. Schipa, Il Regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone, Milano-Roma-Napoli 1923, I, pp. 146, 164, 340 s., 355; II, pp. 209, 256.

Vedi anche
Carlo III di Borbone re di Spagna (VII come re di Napoli e Sicilia e I come duca di Parma). - Quinto figlio (1716-1788) di Filippo V di Spagna, ma primogenito dei nati dal suo secondo matrimonio con Elisabetta Farnese; per parte della madre, nata da un Farnese figlio d'una Medici, ereditò la successione dei Farnese nel ducato di Parma ... Regno delle Due Sicilie Stato, costituito nel dicembre 1816, che restaurò l’autorità borbonica su tutta l’Italia meridionale, riunendo i Regni di Napoli e di Sicilia (➔ Napoli). Granducato di Toscana Stato preunitario eretto (1569) dalla dinastia dei Medici e comprendente quasi tutta la regione. Avvicinatosi alla Francia alla fine del 16° sec. e inseritosi nella più vasta politica europea, conobbe successivamente un lento declino che coincise con l'estinzione della dinastia medicea (1737). Assegnato ... Marìa Terèsa d'Asburgo imperatrice Marìa Terèsa (ted. Maria Theresia) d'Asburgo imperatrice. - Figlia (Vienna 1717 - ivi 1780) dell'imperatore Carlo VI e della principessa Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, secondogenita e prima delle figlie femmine, divenne erede al trono in virtù della Prammatica Sanzione del 1713. Il 12 ...
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boldóne
boldone boldóne (o baldóne) s. m. [voce ven., di etimo incerto]. – Tipo di sanguinaccio con riso, uva passa e zucchero, che si mangia lessato o fritto o, più spesso, arrostito ai ferri.
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