BATTILORO, Tommaso
Nacque ad Arpino e fu battezzato il 7 apr. 1710; poco sappiamo della sua vita tranne che, trasferitosi a Roma nel 1731, si addottorò alla Sapienza in utroque iure e nel 1742 prese gli ordini minori.
Le notizie di un qualche rilievo che riguardano il B. sono legate a un breve periodo in cui egli resse la nunziatura napoletana. Nel luglio del 1764, infatti, egli divenne nunzio interino a Napoli, ove già ricopriva la carica di procuratore fiscale e di pro-uditore della nunziatura. Tenne quella carica fino al giugno del 1765, quando giunse a Napoli il nunzio titolare, mons. Guido Calcagnini.
Il carteggio del B. con la Santa Sede (Arch. Segreto Vaticano, Nunz. Napoli, 272, 273), che va dal 4 luglio 1764 al 6 febbr. 1765, è ricco di dati e notizie sulla grande crisi economica del 1764, soprattutto riguardo ai riflessi della carestia e dell'epidemie a Napoli e nelle provincie. Peraltro da esso l'attività del B. risulta nel suo complesso limitata ad atti di ordinaria amministrazione. Di un qualche interesse sono alcune sue missive per segnalare alla curia gli scritti regalistici e di ispirazione giansenistica che circolavano allora a Napoli. Tra queste più volte ricorrono osservazioni e ragguagli sul De sacris scripturis liber di G. A. Serrao, che poco innanzi era stato dato alle stampe.
Così pure va segnalato l'intervento del B. in una controversia che vide al centro della polemica anticuriale l'attività giurisdizionale del Tribunale arcivescovile di Napoli, accusato di aver adottato in alcune cause delle procedure inquisitoriali; polemica che ebbe in quel periodo a Napoli una certa risonanza pubblica e che, vide l'intervento dello stesso Tanucci.
Di un qualche rilievo è la partecipazione del B. al progetto d'una conferenza episcopale che avrebbe dovuto cementare l'unità di tutti i vescovi del Regno nel trattare le questioni di giurisdizione; iniziativa che tendeva tra l'altro a una rigida interpretazione in senso curialista del concordato tra Carlo di Borbone e la Santa Sede.
Di quanto il B. si fosse reso partecipe di quel progetto resta come prova un Risultato di un congresso con mons. Battiloro, che non mancò di suscitare l'apprensione del governo della reggenza, e in particolare del Tanucci. Esso, tuttavia, al di là di una presa di posizione polemica, aveva un significato più profondo come espressione di una diffusa e sentita esigenza di aggiornamento riguardo ad alcune riforme anacronistiche della vita ecclesiastica napoletana.
Nel 1766 il B., pur mantenendo degli incarichi nella nunziatura, fu nominato vescovo di San Severo. L'anno seguente fu trasferito alla sede episcopale di Chioggia, di cui fu titolare fino al 1778. Oltre questa data non ci sono rimaste altre notizie del Battiloro.
Bibl.: L. Kartthunen, Les nonciatures apostoliques permanentes de 1650 à 1800, Genève 1912, p. 233; P. R. Ritzler-P. P. Sefrin, Hierarchia catholica..., VI, Padova 1958, pp. 169, 377; E. Papa, Aspetti di politica ecclesiastica napoletana durante la reggenza (1759-1767), in Aloisiana, II (Napoli 1961), pp. 372, 382 ss.