DA RIN, Tomaso
Nacque a Vigo di Cadore (Belluno) il 3 febbr. 1838 da Vittore e Valentina Pilotto. A Laggio di Cadore, compì i primi studi, che proseguì poi a Vigo; a diciassette anni risulta iscritto all'accademia di belle arti di Venezia dove studiò per ben tredici anni sotto la guida di Michelangelo Grigoletti e di Pompeo Marino Molmenti.
Il D. rimase a Venezia fino all'età di trent'anni; successivamente fu in Austria e in altri paesi d'Oltralpe ove ottenne delle commissioni, specialmente da parte dell'aristocrazia e del clero. Nel 1872 fu a Bolzano, poi a Trieste, in Croazia (qui eseguì il ritratto del Primate-arcivescovo J. J. Strossmayer) e a Vienna, dove godette dell'amicizia del pittore L. Seitz.
Nonostante fosse impegnato nel soddisfare commissioni che sovente lo costringevano a spostamenti da una città all'altra, o anche all'estero, lasciò in Cadore una vasta produzione di dipinti a soggetto sacro e una notevole serie di ritratti.
Nella pittura chiesastica del D. è palese l'influsso esercitato su di lui dal Grigoletti, rilevabile nell'attenzione e nello studio dei grandi cinquecentisti che approdano ad esiti neoclassici congiunti ad accenti schiettamente romantici. Le immagini scultoree, affollanti le sue numerose pale d'altare, rivelano un certo gusto per la forma bloccata e tesa, robustamente costruita dal colore. La sua tavolozza, comunque, è informata anche da toni fusi e delicati che ricorrono spesso nelle atmosfere rarefatte dei fondali paesaggistici.
Nel corso degli anni, però, tale produzione risentì di un certo calo qualitativo dovuto al fatto che il D. non aggiornò, o non volle aggiornare, la sua pittura sulla scia delle nuove correnti artistiche.
Le sue opere più significative in questo settore sono due grandi tele con Gesù tra i fanciulli e La cacciata dei profanatori dal tempio (Vigo di Cadore, chiesa pievanale). Il primo dipinto fu esposto a Venezia nel 1866 e a Parigi l'anno successivo, mentre il secondo venne esposto a Torino nel 1880.
In questi lavori giovanili, "meritevoli di ogni encomio" secondo P. Molmenti (in Fabbiani, 1969) la narrazione si articola senza forzature divenendo quasi una pagina di storia cristiana dove è facile scorgere qualche ricordo di Hayez; ma nella fine e luminosa tessitura pittorica, nella coralità delle immagini, nella correttezza disegnativa, traspare l'insegnamento grigolettiano, sebbene vissuto secondo una personale intonazione. Dei numerosi dipinti eseguiti per le chiese del Cadore vanno inoltre ricordati: l'Adorazione del Bambino da parte dei ss. Antonio, Francesco e Luigi (1855) nella chiesa di Perarolo; la pala con i SS. Antonio abate, Carlo Borromeo e Floriano (1868) nella chiesa di Laggio; gli affreschi con la Trasfigurazione e i Padridella Chiesa per il tempio di Casamezzagno (1869); i dipinti degli altari laterali della chiesa di Padola con la Madonna del Carmine e i SS. Silvestro e Fermo (1870); la Sacra Famiglia per la chiesa plebana di Auronzo (1902) e una Madonna con santi per il medesimo tempio; per la chiesa di Nebbiù la Vergine tra i ss. Ermagora e Fortunato; per Villanova di Borca una Madonna della Salute tra i ss. Tommaso e Sebastiano; per la chiesa di Danta la Decollazione di s. Giovanni Battista; per la chiesa di Lozzo una S. Anna; una Deposizione per Valle di Cadore; i SS. Antonio e Sebastiano per la chiesa di Borca; per Lorenzago la pala con i SS. Silvestro e Sebastiano; la Sacra Famiglia con i ss. Rocco e Sebastiano per la chiesa di Vigo. A Misurina si ricorda una tela con la Madonna della Salute, scomparsa durante la prima guerra mondiale.
Nel 1881, all'Esposizione d'arte antica e moderna allestita a Modena, il D. fu presente con quattro tele che furono positivamente accolte dalla critica e dal pubblico (Ilfumo della pipa, Il morso del cane, Fumatore inesperto, Amleto ed Ofelia).
Di più alta qualità, libera e cordiale è la ritrattistica del D., ove, sulla base degli indimenticati insegnamenti delmaestro friulano, viene colta l'essenza spirituale dei personaggi che è sovente resa in termini di notevole impegno interpretativo e finezza di mezzi pittorici: eseguì innumerevoli ritratti dei suoi familiari e conoscenti, oltre a quelli di illustri personaggi cadorini (Giovanni da Rin Fioretto, Antonio Ronzon, lo storico Don Pietro Da Ronco, tutti nella Biblioteca di Vigo di Cadore). Eseguì anche il ritratto di Vittorio Emanuele II e quello di Umberto I (esposti nell'antologica tenutasi a Laggio nel 1964). Presso la stamperia Corradini di Venezia il D. lavorò felicemente anche nel settore della litografia (celebre è il ritratto di Giuseppe Garibaldi, diffuso in occasione della morte dell'eroe).
Il D. morì a Venezia il 15 giugno del 1922.
Fonti e Bibl.: Atti della I. R. Accademia di belle arti in Venezia, 1860, pp. 91 s.; G. Agnoli, Inaugurazione delle lapidi a G. Fioretto, ad A. Ronzon, a T. D., fatta in Vigo di Cadore il 6 settembre 1925, in Annuario del R. Liceo scientifico "G. Aselli" di Cremona, Cremona 1925, pp. 38, 42; P. A. Corna, Diz. d. storia d. arte in Italia, I,Bergamo 1930, p. 314; A. M. Comanducci, I pittori ital. d. Ottocento, Milano 1934, p. 179; V. Doglioni, Mostra di arte bellunese d. Ottocento, Belluno 1949, pp. 70 s.; F. Valcanover, Indice fotogr. d. opere d'arte d. città e d. prov. di Belluno, Venezia 1960, p. 78; Domani si inaugurerà la mostra del D.,in Il Gazzettino di Belluno, 31 luglio 1964; G. Fabbiani, Chiese del Cadore, Belluno 1964, ad Indicem; Id., Artisti cadorini, in Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore, XL (1969), 189, p. 106; C. Vazza, Le opere d'arte delle chiese di Perarolo di Cadore, Belluno 1970, p. 24; G. Fabbiani, Breve storia del Cadore, Feltre 1972, p. 192; V. Calabrò, Il pittore T. D.,in Il Cadore, XXXI (1983), 5, p. 6.