Scrittore religioso ceco (Štítné, Boemia merid., tra il 1331 e il 1335 - Praga tra il 1401 e il 1409). Influenzato dal rinnovamento religioso boemo della sua epoca, Š. è il più fecondo e innovativo scrittore ceco del sec. 14º, anticipatore di posizioni che saranno poi di J. Hus. Nelle intepretazioni delle Sacre Scritture (Řeči besední "I discorsi delle veglie", 1385 circa; Řeči nedělní a sváteční "Discorsi domenicali e festivi", 1392 circa) e nei trattati raccolti nella silloge Knížky šestery o obecných věcech křest´anských ("I sei libri sulle comuni cose cristiane", 1376, ampliato nel 1400), pur non ponendo in discussione l'autorità ecclesiastica, Š. critica aspramente la concezione dei miracoli e la vendita delle indulgenze, e propone le basi di un'etica del cristiano rinnovata secondo lo spirito evangelico. Tradusse in ceco, tra l'altro, il De ludo scaccorum di Iacopo di Cessole e il romanzo Barlaam e Iosafat.