TOLSTOJ Aleksej Konstantinovič
Poeta, romanziere e drammaturgo russo, nato il 24 agosto (v. s.) 1817 a Pietroburgo, morto il 28 settembre (v. s.) 1875 nella sua tenuta di Krasnyi Rog nel governatorato di Černigov. Trascorse i primi anni di vita nell'Ucraina, poi per qualche tempo a Pietroburgo, dove, fanciullo, ebbe occasione di fare amicizia con l'erede al trono, più tardi zar Alessandro II; nel 1826 con la madre e lo zio fu in Germania (a Weimar conobbe Goethe) e in Italia (a Venezia, Milano, Firenze, Roma e Napoli). Ben preparato dall'educazione familiare, T. frequentò l'università di Mosca (facoltà letteraria). La morte di uno zio, che gli lasciò un ricco patrimonio, lo liberò dalla necessità di impiegarsi. D'altra parte egli stesso, sia perché alieno naturalmente dagli onori, sia perché assorbito spiritualmente dall'attività artistica, sia anche perché di salute delicata, evitò sempre cariche e uffici.
L'aspirazione di T. a essere prima di tutto e soprattutto artista, è elemento essenziale della sua vita e della sua attività. Come la sua vita fin dall'infanzia fu più contemplativa che attiva, così la sua opera fu più rivolta a motivi d'ispirazione esteriore e a problemi di forma artistica, che non ad approfondimenti interiori psicologici. Il romanzo e il dramma storico, i rifacimenti di poesia popolare, i poemetti narrativi, le ballate storiche ebbero perciò nella sua opera un posto predominante, in confronto della lirica nel senso stretto della parola.
T. cominciò nel 1841 la sua attività di scrittore, sotto lo pseudonimo di Krasnorogskij, con un racconto fantastico Upyr, di spirito hoffmanniano. Rinnegato dall'autore, fu ripubblicato molti anni dopo (nel 1900) con una prefazione di Vladimir Solove′v. Più di dieci anni però passarono tra il primo racconto e la ricomparsa di T. con la pubblicazione di una serie di poesie liriche. Nel frattempo egli aveva stretto amicizia con Gogol′, Aksakov, Nekrasov, Turgenev ed era entrato a far parte del gruppo della rivista Sgovremennik (Il contemporaneo). Fu appunto in questa rivista che cominciò ad apparire il ciclo di poesie umoristiche con lo pseudonimo Koz′ma Prutkov frutto della collaborazione di T. con i tre fratelli Žemčužnikov, Aleksej, Aleksandr e Vladimir. Una vena umoristico-satirica rivelano anche i suoi originali rifacimenti di soggetti delle byline e in particolar modo i poemetti umoristici (Saggio di storia russa da Gostomysl a Timašev, e Il sogno di Popov).
Passato dalla rivista Sovremennik alla Russkaja Beseda (La conversazione russa), T. vi pubblicava i due poemi Grešnica (La peccatrice) e Joann Damaskin, di lì passato al Russkij Vestnik (Il messaggero russo) vi pubblicava il poema drammatico Don Juan (1862) e il noto romanzo Knjaz Serebrjanyj (trad. ital., Il principe S., a cura di M. Demaldé, Firenze 1928); di lì ancora agli Otečestvennyja Zapiski (Gli annali patrî) la prima parte della sua "Trilogia drammatica": La morte di Joann il terribile (1866) cui seguirono nel 1868 Zar Fedor Joannovič e nel 1870 Zar Boris.
Tra il romanzo e i drammi storici di T. la principale differenza è data dalla scarsa attenzione che nel primo l'autore rivolge alla realtà storica, e l'acuta penetrazione in essa che è invece alla base degli altri. Nel primo, inoltre, il cui soggetto è preso dall'epoca stessa dei drammi, l'elemento narrativo e descrittivo, che logicamente vi predomina, fa perdere quasi del tutto l'analisi psicologica dei personaggi, alla quale invece la concisione dei drammi dà senza dubbio un certo rilievo. Notevole sopra tutto il fatto che, primo fra gli scrittori russi, T. portò sulla scena le figure degli zar, dando all'elemento umano di esse la prevalenza su quello tradizionale e leggendario della dignità imperiale, Sia il romanzo sia i drammi hanno avuto in Russia grande popolarità e sono tuttora letti e rappresentati.
Alla messinscena di La morte di Joann il Terribile e di Fedor Joannovič, il famoso "Teatro d'arte" di Stanislavskii deve anzi uno dei suoi più brillanti successi.
Ediz.: Le opere complete di A. K. Tolstoj hanno avuto numerosissime edizioni, a cominciare dal 1876; fra le più note quella Marks, Pietroburgo 1907, con introduzione critico-biografica di S. A. Vengerov.
Bibl.: A. Lirondelle, Le poète A. T., Parigi 1913.