TOLONE (Toulon; A. T., 35-36)
Citta della Francia meridionale, sul Mediterraneo, sulla costa alta e frastagliata fra Nizza e Marsiglia, in fondo a una bellissima baia, profonda, larga e ben riparata dai venti marini, fra la penisola rocciosa di Cépet a S. e gli ultimi contrafforti del massiccio calcareo del Faron a N. Capoluogo di circondario, è la città più popolosa del dipartimento del Varo; è sede anche di prefettura marittima, importante base navale e primo porto militare. A questa incomparabile situazione geografica, e soprattutto al trovarsi sulla grande via marittima, obbligatoria per l'Oriente, Tolone deve la sua importanza.
Si compone di due parti: entro la cinta la vecchia città che si stende in vicivanza del mare, con case a tinte piuttosto oscure, addossate le une alle altre e sopraelevantisi, con 3-4 piani, su vie strette e tortuose e con pochi monumenti d' arte, fra cui la cattedrale di Santa Maria Maggiore del sec. XIII e il palazzo civico; oltre la cinta, a NE., nelle vicinanze della stazione, la nuova città, sorta con case più moderne, con vie larghe che s'incontrano perpendicolarmente e con vaste piazze.
Completano l'aggregato urbano, il bagno penale e il grande arsenale militare, sviluppatosi lungo la baia, per circa 7 km., con officine meccaniche, con fabbriche di lamiere, armi, motori, chiodi, ecc., con cantieri per la costruzione di alberi e parti di navi, con bacini da carenaggio, con vasti ospedali e che, nell'insieme, coprono una superficie di circa 3 kmq. Ai piedi del Faron e nei dintorni della rada piccola sono sorti i nuovi sobborghi popolari di Mourillon, Pont-du-Las, Seyne, Tamaris e Sablettes, gli ultimi tre divenuti anche eleganti e frequentati centri balneari.
La baia di Tolone è formata da una grande rada posta tra la penisola di Giens e quella di Cépet, e da una piccola rada che costituisce il vero porto; le due rade comunicano fra loro per il passaggio, aperto tra il molo della Grosse-Tour, lungo 1250 m., la penisola Cépet e la punta fortificata d'Aiguillette.
Il porto è in massima parte utilizzato dalla marina da guerra, cui sono adibite la nuova darsena, la darsena di Castigneau a NO. della precedente e la darsena di Missiessy a O. di quella di Castigneau: alla marina mercantile e alle altre imbarcazioni di piccolo cabotaggio sono destinati la vecchia darsena vasta 35 mila mq. e il porto mercantile. Rada, porto e città sono validamente difesi da una corona di forti muniti di potenti cannoni, dislocati lungo il promontorio litoraneo e sulle groppe e creste montuose che si elevano a N. fra i 500 e gli 800 m.
Il territorio (43 kmq.), favorito da un clima temperato, è a prevalenza coltivato a fiori, ortaggi, alberi da frutta, viti e olivi, i cui prodotti vengono largamente commerciati sul posto e spediti anche all'interno; prodotti d'importazione sono invece l'acquavite, la frutta secca, il carbone, il legname, le farine. L'industria è rappresentata, in massima parte dalle costruzioni navali, dalla pesca, da fonderie di rame e di ferro e da qualche miniera di lignite.
La popolazione è in forte e continuo aumento: da 77.126 ab. nel 1866 è salita a 106.331 nel 1921, a 115.120 nel 1926, e a 133.263 nel 1931 e vive quasi tutta accentrata. Per circa un quarto è costituita da marinai e da operai metallurgici, che lavorano nell'arsenale militare.
Tolone ha la stazione ferroviaria nella città nuova, fuori della cinta, sulla grande linea Parigi-Marsiglia-Nizza, con diramazione, presso Hyères, per il capoluogo del dipartimento (Draguignar).
Dato il carattere prevalentemente militare, il porto ha scarsa importanza dal punto di vista mercantile: il movimento annuo delle merci supera di poco le 200 mila tonnellate (226.091 nel 1931) con circa 20 mila passeggeri (21.785 nel 1931) in arrivo e in partenza.
Monumenti. - La città deve il suo principale interesse monumentale al suo notevole sistema delle opere di difesa che sorgono dalla parte del mare, sulla Darsena vecchia, sulla Piccola e Grande Rada, e anche in terra. Della stretta cinta medievale non rimane più traccia. Enrico IV le sostituì una nuova cinta a bastioni poligonali quadruplicando la superficie della città. È di quest'epoca il primo arsenale, il Quai de Cronstadt, insieme di costruzioni lungo la vecchia Darsena, sul quale fu edificato nel 1606 il famoso Hôtel de Ville che P. Puget decorò con un balcone sorretto da due maestose cariatidi. La grossa torre situata all'entrata della piccola rada è della fine del regno di Luigi XII. Verso il 1600 furono costruiti i moli fortificati. Luigi XIII chiuse la rada innalzandovi nuove torri. Ma il maggiore sforzo costruttivo data dal regno di Luigi XIV che affidò al Vauban la trasformazione di Tolone, divenuta la prima base navale in luogo di Marsiglia.
I lavori cominciarono nel 1680: nuovo molo munito di casematte, ricostruzione dell'arsenale, nuova cinta di mura e nuovi quartieri. Furono costruiti due ospedali: quello della Marina del quale non rimane che la porta, trasportata a Piazza d'Armi, e l'ospedale di Saint-Mandrier. Dal 1760 al 1790 le mura furono di nuovo trasformate. Nel 1840 tutta la città fu sottoposta a nuovi ampliamenti. Dal 1918 continuano i lavori sia nel porto sia nella città.
La cattedrale di Santa Maria Maggiore, cominciata nel 1096, ampliata dal 1654 al 1661, è di stile barocco; la facciata è del 1696, il campanile è posteriore. Racchiude opere di artisti di Tolone, fra le quali due dipinti del Puget (1650). La chiesa di San Luigi, costruita alla vigilia della rivoluzione, ha un interessante coro circolare ricoperto da una cupola a cassettoni.
Il museo navale, nella Torre dell'Orologio, ha sculture in legno, decorazioni di prue, modelli di navi eseguiti nel sec. XVII dal Puget e da altri artisti dell'arsenale. Il museo delle belle arti, a parte qualche opera interessante della fine del sec. XVIII, è specialmente dedicato al sec. XIX.
Bibl.: P. Auquier, Puget, Parigi s. a.; O. Teissier, Histoire des divers agrandissements et des fortifications de la ville de Toulon, ivi 1874; R. Doré, L'art en Provence, ivi 1929.
Assedî e battaglie navali.
Assedio del 1707. - Fa parte della guerra di successione di Spagna. L'assedio fu condotto con abilità e valore dagli Austro-Piemontesi, agli ordini del duca di Savoia e del principe Eugenio, mentre la flotta inglese comandata dall'ammiraglio C. Showel teneva il blocco dal mare. La piazza era difesa dal maresciallo I. De Tessé e da una guarnigione di 16.000 uomini, e di 5000 marinai sbarcati dalla flotta, con oltre 200 pezzi di artiglieria. Gli alleati riuscirono a impadronirsi di posizioni importanti, ma sia per mancanza di affiatamento, sia per timore di notevoli rinforzi che stavano per giungere agli assediati, nella notte dal 21 al 22 agosto tolsero l'assedio.
Battaglia navale del 1744. - Fa parte della guerra di successione di Austria. Una squadra inglese, comandata dall'ammiraglio I. Matthews e composta di 45 vascelli, 5 fregate e 4 brulotti, bloccava Tolone, dove erano riparate la squadra francese dell'ammiraglio Th. De Court, composta di 14 vascelli, 4 fregate e 3 brulotti e la squadra spagnola dell'ammiraglio G. Navarro, forte di 12 vascelli. Il 22 febbraio, mentre le due squadre alleate uscivano dalla rada dirigendosi alle Baleari, il Matthews, che era alla fonda alle Isole Hyères, decise di attaccarle. Il combattimento fu violentissimo; la superiorità delle forze e anche le condizioni vantaggiose del vento avrebbero dovuto dar vittoria agl'Inglesi, ma invece l'esito della battaglia rimase indeciso.
Assedio del 1793. - Il 26 agosto 1793, l'ammiraglio S. Hood, comandante di una squadra inglese, forte di 21 unità, si presentò nella grande rada di Tolone e offerse alla città protezione e soccorso, col patto che fosse riconosciuto re Luigi XVII; le condizioni di garanzia imponevano il disarmo della squadra francese, forte di 18 vascelli, e delle batterie del porto. L'ammiraglio E. Julien tentò opporsi a queste condizioni, ma inutilmente, perché le batterie terrestri minacciarono, in caso di resistenza, di sparare sulle unità; varî comandanti lo abbandonarono, ed . egli poté sfuggire con soli 7 vascelli, mentre il resto della squadra cadde in potere degl'Inglesi. Occupata la piazza, Hood provvide a sistemarla convenientemente a difesa, non solo rinforzando le opere esistenti, ma anche costruendone una nuova assai potente, che fu chiamata "la Piccola Gibilterra". Intanto a Tolone affluirono circa quattromila Spagnoli, 2800 Piemontesi al comando del generale De Bucler e ottomila Napoletani. Hood poteva contare su più di 20.000 uomini oltre al personale della flotta. Il governo della Convenzione decise di bloccare la piazza e di mandare le forze necessarie per rioccuparla: furono raccolti al comando del generale Dugommier circa 28.000 uomini e un buon numero, di cannoni. Il 1° ottobre i Francesi occuparono due ridotte del forte Faron, ma in seguito a un contrattacco degli avversarî ben presto furono costretti ad abbandonarle. Un nuovo attacco francese al forte Faron fu respinto il 15 ottobre. In tutte queste azioni si distinsero per valore e audacia le truppe italiane. Dato l'esito sfavorevole delle operazioni, Dugommier risolse di cambiare metodo d'attacco, e in queste nuove direttive rifulse il genio del maggiore di artiglieria Napoleone Bonaparte. Il giovane ufficiale ideò di concentrare tutti i mezzi e tutte le forze per la conquista della Piccola Gibilterra e delle posizioni dell'Aiguillette; tale possesso avrebbe facilitato l'occupazione di altri forti e importanti località, e reso assai precaria la permanenza della squadra inglese. Fu perciò armata una batteria di 6 pezzi da 24 sulla posizione Les Arènes che disturbò tanto gli assediati verso la fine di novembre, da indurli a prenderla d'assalto e a conquistarla. Ma la posizione venne ripresa dai Francesi e munita di artiglierie più forti. Il 14, 15 e 16 dicembre un bombardamento di estrema violenza minacciò la Piccola Gibilterra, e nella notte dal 16 al 17 i Francesi su più colonne agli ordini dei generali Labarre e Victor l'attaccarono così aspramente da farla cadere alla mattina in loro potere. Com'era previsto, nello stesso giorno e nel successivo le altre posizioni caddero in conseguenza. Il forte Faron, difeso da un battaglione cacciatori al comando del maggiore G. Germagnano, resistette sino all'estremo: fu tentata anche una sortita, nella quale il valoroso comandante trovò la morte. Il 18 gli assediati tentarono un contrattacco generale che non ebbe felice esito; i difensori dovettero allora in tutta fretta imbarcarsi sulle navi della squadra e dirigere per le Isole Hyères. L'operazione d'imbarco fu resa anche possibile dal fatto che i collegati avevano potuto sino all'ultimo conservare il forte Samalgue, difeso dal maggiore Saverio Saluzzo sostenuto all'esterno da una compagnia di granatieri piemontesi agli ordini di Costa di Beauregard. L'accanita resistenza di questo manipolo di eroi distrasse alquanto l'attenzione dei vincitori.
Il 19 dicembre Dugommier entrò nella città, che era in preda agli incendî. Nella difesa della piazza i quattro battaglioni piemontesi ebbero circa 300 morti, e feriti in numero doppio, i Napoletani 200 morti e 400 feriti.