TOLOMEO VII Evergete (Πτ. Εὐργετής), re d'Egitto
Fratello del precedente, secondo altri computi, considerato come VIII della serie (v. lagidi). Per la sua obesità ebbe anche il soprannome di Fiscone (ϕύσκων "panciuto" lat. Physcon).
Dopo la prima invasione dell'Egitto da parte di Antioco e la prigionia del fratello maggiore fu proclamato re dagli Alessandrini (169 a. C.). La sua delusa, scontenta, irrequieta ambizione lo portò a conflitti con il fratello maggiore. Dovette a ogni modo abbandonare l'Egitto rimanendo in possesso della Cirenaica. Per riuscire a spuntarla contro il fratello o, comunque, a garantirsi condizioni di sicurezza, lasciò per testamento il proprio dominio ai Romani se fosse morto senza eredi. Un documento relativo a tale atto è tornato alla luce a Cirene e costituisce una delle più notevoli scoperte epigrafiche degli ultimi anni. Alla morte di Filometore (145), sbarazzatosi del nipote, sposò la vedova (sorella e cognata), Cleopatra II, a cui non tardò a preferire la figlia di lei Cleopatra III. Nel 130 la sorella riuscì a farlo scacciare da Alessandria. Si narra che per vendetta Tolomeo uccise il comune figliolo (Menfite); certo quando nel 127 ebbe riconquistato il trono non risparmiò i numerosi avversarî, e tra questi i letterati elleni addetti al Museo, che scacciò dalla città, sebbene fosse amante della letteratura greca e scrittore egli stesso. Seguì una politica molto favorevole agli indigeni. Nel 118 emanò un'ampia amnistia generale e adottò molte misure riparatrici che lo rivelarono amministratore energico e sagace, nonostante l'innegabile sua natura vendicatrice e crudele, forse dipinta a troppo neri colori dalla tradizione. Morì nel 116 a. C.
Bibl.: U. Wilcken, Das Testament des Pt. von Kyrene vom Jahre 155 v. Chr., Berlino 1932; G. Oliverio, La stele di Tolemeo Neoteros re di Cirene, in Documenti antichi dell'Africa italiana, Bergamo 1932; W. Otto, Zur Gesch. der Zeit des VI. Pt., in Abhandl. d. bayer. Akad. (Phil.-hist. Abt.), n. s., XI (1934).