Vedi TOLFA dell'anno: 1966 - 1997
TOLFA (v. vol. VII, p. 904)
Una sistematica campagna di ricognizioni sul territorio ha portato all'individuazione di una rete di insediamenti etruschi arcaici e di fattorie romane su tutta l'area montana. Gli abitati sembrano cessare all'inizio del IV sec. a.C. con l'avvento di Roma mentre la rete di fattorie, già in parte esistente in periodo arcaico, dopo una breve fase iniziale di assestamento conosce incrementi in età romana con un'intensa produzione olearia unita all'allevamento di ovini e soprattutto di suini.
I c.a 300 insediamenti rurali individuati nell'area dei Monti della T. mostrano una considerevole vitalità ancora in età imperiale e subiscono solo in parte la crisi economica del III sec. d.C. In età tardoantica sia la Valle del Mignone sia l'area montana, pur in un quadro di generale riduzione e probabile accorpamento delle fattorie e dei terreni a esse relativi, sono ancora tanto attive da importare numeroso materiale ceramico e derrate alimentari dall'Africa e dal Mediterraneo orientale, come dimostrano i reperti rinvenuti nelle ricognizioni di superficie. La ricerca topografica si è accompagnata a diverse campagne di scavo sistematiche in aree-campione che hanno consentito di verificare meglio il quadro cronologico fornito dall'indagine territoriale. Nella necropoli etrusco-arcaica di Pian della Conserva le campagne svolte dal 1975 hanno permesso di riportare alla luce circa settanta tombe a tumulo inquadrabili tra la fine del VII e il VI sec. a.C. La tipologia architettonica delle camere sepolcrali dei letti e degli elementi decorativi mostra un'evidente derivazione da prototipi ceretani.
Le tombe in gran parte già esplorate e danneggiate da scavi clandestini hanno tuttavia restituito molto materiale ceramico. Sul pianoro sono presenti anche tombe a fossa e incinerazioni a pozzetto di VII-VI sec. a.C. e alcune tombe a fossa con copertura a cappuccina d'età romana. Delle tre tagliate viarie messe in luce una è stata chiusa in età romana da un complesso rustico, il cui scavo è tuttora in corso, con fornace di laterizi appartenente a M. Lollius Felix, attiva tra la fine dell'età repubblicana e il principato di Augusto.
Tra le numerose ville rustiche romane presenti nell'area, gli scavi in corso hanno interessato in particolare due complessi: una fattoria in località Freddara e un vasto complesso residenziale in località Fontanaccia alle falde del Colle della Tolfaccia. Il primo complesso, che presenta muri in terra battuta su fondazioni a grandi blocchi irregolari di calcare con annessa fornace per laterizi, sembra essersi sviluppato dal III al I sec. a.C. Sono finora scarsi i materiali di epoche precedenti, rinvenuti in strati sconvolti dalla vegetazione.
Il grande complesso della Fontanaccia si dispone a terrazze sul lato S del Colle della Tolfaccia e presenta strutture in opera incerta e reticolata con interventi posteriori in laterizio e tracce di riutilizzazione in età medievale; in un vano di sostruzione di una delle terrazze sono state rinvenute due sepolture di bambini entro anfore (enchitrismòi) di V sec. d.C. Lo scavo stratigrafico in corso ha finora mostrato una fase iniziale databile in età sillana e una grande ristrutturazione d'epoca augusteo-tiberiana. I materiali rinvenuti negli scavi sono in corso di studio e verranno esposti nel locale museo civico, ristrutturato e ingrandito di recente. In esso trovano collocazione anche i materiali di alcuni abitati etrusco- arcaici rinvenuti nel territorio e in particolare a Piana di Stigliano.
Tra le più importanti scoperte topografiche è da collocarsi l'individuazione di una linea di confine agrario romana, marcata da pietre irregolari, con lettere e numeri incisi, che seguono linee progressive di confine e perimetrazioni nella zona montana orientale che domina la Valle del Mignone.
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