Tokyo
(fino al 19° sec. Edo) Capitale del Giappone, situata sulla costa orient. dell’isola Honshu. Città originariamente costruita in legno, T. conserva poche tracce del suo passato per via dei frequenti incendi, dei terremoti, nonché dei bombardamenti subiti durante la Seconda guerra mondiale. A differenza di Kyoto non è costruita secondo un ordinato piano geometrico e si è sviluppata intorno al Palazzo imperiale e al caotico centro. È probabile che Edo, il primo nome della città, fosse inizialmente la denominazione di tutta la regione. Alla fine del sec. 12° Edo era una piccola roccaforte collegata a Kamakura da una strada; dalla seconda metà del sec. 15° si trasformò gradualmente in centro commerciale che ruotava intorno al castello, ingrandito da Ota Sukenaga (più noto col nome buddhista di Dokan). Il castello di Edo passò in seguito nelle mani di vari signori (Ashikaga, Hojo), finché all’inizio del Seicento lo shogun Tokugawa Ieyasu intraprese l’unificazione del Giappone. Nonostante Kyoto rimanesse la capitale imperiale, Ieyasu stabilì a Edo la residenza propria e dei suoi successori, che mantennero gran parte del potere reale nel Paese. La città crebbe così di dimensioni e di importanza; venne resa monumentale con la costruzione di templi buddhisti e santuari shintoisti e si creò nella popolazione una notevole stratificazione sociale, che comprendeva diverse classi, a partire dai , ai samurai, fino al gradino più basso degli eta (senza casta). Nell’era Genroku (1688-1703) Edo perse l’aspetto militare che aveva mantenuto durante i primi decenni di shogunato, accrescendo il proprio interesse per l’arte e spesso imitando direttamente oggetti e modelli della elegante Kyoto. Grazie alle esigenze della nuova classe mercantile dei chonin nacque comunque un genere artistico genuinamente di Edo, la pittura ukiyoe. Aumentò sensibilmente anche il numero di teatri di kabuki, genere in voga già dall’inizio del secolo. Le attività di Edo andarono intensificandosi progressivamente; all’inizio del sec. 19° l’editoria era tanto sviluppata da poter competere con quelle di Kyoto e Osaka. Fu a questo punto che Edo e il Giappone furono costretti ad accettare il confronto con l’Occidente, fino ad allora caparbiamente rifiutato, che premeva alle porte, e, nel 1868, con l’inizio del periodo Meiji (1868-1912), cominciò la modernizzazione del Giappone. Edo divenne la nuova capitale con il nome di T. («capitale d’oriente»), le sue strade furono allargate, si costruirono nuovi ponti e palazzi adatti ad accogliere i nuovi apparati amministrativi. Il terremoto del 1923 rase al suolo gran parte della città, ma la città risorse dalle rovine con una fisionomia più moderna ed efficiente. Una nuova parziale distruzione di T. si ebbe in seguito ai bombardamenti statunitensi alla fine della Seconda guerra mondiale. La continua crescita di T. (con i suoi relativi problemi di spazio) è stata poi affrontata, dalla fine del 20° sec., sia con la concentrazione e lo sviluppo verticale degli edifici sia strappando al mare nuovi spazi edificabili. La viabilità e i trasporti (anche per la giunzione della città con i grandi centri limitrofi) sono stati un’altra sfida a cui la città ha risposto con la creazione di un’estesissima rete, sia sotterranea sia sopraelevata (monorotaia), di treni metropolitani.