Vedi TOCRA dell'anno: 1973 - 1997
TOCRA (v. S 1970, p. 853)
La recente attività di ricerca e di scavo, dovuta soprattutto al Dipartimento delle Antichità della Libia e all'Università Garyounis di Bengasi, ha portato elementi di novità per la ricostruzione del quadro urbanistico-architettonico della città.
L'arco cronologico del suo sviluppo vede riconfermata l'importanza di una fase vicina agli anni della fondazione, attorno al 625 a.C., e di quella bizantina; ma si arricchisce di interventi in altri periodi e, soprattutto, si prolunga al di là della conquista araba del 644 d.C.
Alcune costruzioni del tardo VII sec. a.C. sono state messe in luce lungo la riva del mare e vanno probabilmente integrate come capanne.
Alla metà c.a del III sec. a.C., quando Tolemeo III riconquista le città della Cirenaica dopo un periodo di secessione, Teuchira prende il nome di Arsinoe, derivandolo da quello della sorella e sposa di Tolemeo II Filadelfo. Alla trasformazione del nome sembra corrispondere una serie di interventi nel quadro urbanistico. Un'esplorazione sottomarina della missione archeologica inglese ha individuato nel 1972 un porto artificiale, munito di due banchine protette da un lungo molo e allineate con gli assi viari N-S della città. All'età ellenistica sembra potersi ascrivere anche il ginnasio che va localizzato a S della platèia meridionale, in prossimità della Porta Orientale. Del monumento si conserva attualmente la parte inferiore di una parete, ricoperta da numerose iscrizioni efebiche, ma il medico Paolo Della Cella nel suo viaggio compiuto agli inizî dell'800 aveva potuto vederlo in condizioni migliori, tanto da descriverlo come «un monumento quadrato, composto di pietre grossissime, sopra ognuna delle quali havvi scolpita una iscrizione racchiusa in un serto di alloro». Altri blocchi con simili iscrizioni sono stati inoltre reimpiegati nel vicino tratto della cinta urbica.
Un'iscrizione del I sec. d.C., incisa su un architrave dorico, dichiara l'esistenza di un tempio di Liber Pater, edificato con denaro pubblico. Con questo monumento potrebbero, probabilmente, mettersi in relazione i resti di un tempio visto dal Della Cella, che era orientato a considerarlo dedicato a «Bacco, a giudicare dai capitelli... guarniti di foglie di vite con grappoli pendenti». L'esistenza di un tempio di Apollo è, infine, testimoniata da un'iscrizione della seconda metà del II-inizî del III sec. d.C., che documenta la presenza a Teuchira del sacerdote eponimo di Apollo.
In un periodo di poco posteriore è stata attiva in città anche una fornace per vasi, che produceva anfore, brocche e ceramica da cucina. Genericamente all'età romana sembra potersi attribuire l'ippodromo che è stato individuato a SO della città.
Nel VI sec. d.C. nell'area del ginnasio viene impiantato un modesto edificio termale che conosce tre fasi di sviluppo: l'ultima di esse è successiva all'occupazione islamica, dal momento che un'iscrizione araba è stata rinvenuta riutilizzata fra i blocchi posti a chiusura dell'ingresso principale quando questo fu sostituito con uno minore. Un piccolo edificio di carattere sacro, messo in luce nella parte orientale della città conserva un mosaico con la raffigurazione della personificazione di Ktisis, Kosmesis e Ananeosis, all'interno di una fascia che presenta scene di vita campestre e le immagini dei quattro fiumi della terra.
Agli ultimi giorni prima dell'arrivo degli Arabi risale la Fortezza scavata dal Goodchild e sottoposta a ulteriori recenti indagini. Essa venne innalzata in fretta, con materiali di reimpiego e senza fondazioni per tentare la resistenza organizzata a Teuchira, che ha ancora mura salde dopo il restauro giustinianeo e anche risorse idriche interne al circuito difensivo. La Fortezza è circondata da una cinta con torri e si sviluppa attorno a due peristili: su quello occidentale, di carattere più modesto, si apre una serie di ambienti per le truppe. Tra i due cortili si trova il Quartiere del Dux, che comporta anche la presenza di una piccola terma. Dopo la capitolazione la vita della Fortezza continuerà, a opera dei conquistatori, come attesta il rinvenimento di frammenti di ceramica araba.
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