TOBRUCH (pron. Tòbruch, scritto anche Tobruk; A. T., 113-114)
Cittadina della costa libica che giace a 32° 5′ di lat. N. e a 23° 58′ di long. E. Occupa il settore NO. del più bel porto naturale della Libia, largo km. 1,5, lungo 4, profondo da 5 a 20 m. e aperto solo verso ESE. (Marsa Tobruch). Una massiccia penisola occupata, da rilievi e divisa longitudinalmente in due parti dalla vallecola di ez-Zighen protegge il porto verso nord e termina con le punte chiamate Mengàr-el-Mércheb e Punta Tobruch. Un'altra vallecola minore scende in direzione perpendicolare alla prima, verso NNE., e termina a Marsa Mreira. I rilievi che, occupano la penisola di Tobruch, seguitano verso occidente formando una specie di catena parallela alla costa (ONO.-ESE.) che porta il nome di Gebel Abd Rabbah. A 6 km. dall'estremità della penisola il gebel è troncato dal profondo solco dell'Uadi el-Auda. La quota massima è di 52 m. sul mare. Dalla parte opposta del porto la costa è frastagliata e presenta alle spalle una serie di gradini rocciosi che salgono sino a 140 m. s. m.
Fra questi rilievi e il Gebel Abd Rabbah si apre una vallecola dal fondo acquitrinoso la quale non rappresenta altro che la parte emersa della valle maggiore che forma il porto di Tobruch.
Quest'ultimo infatti, è stato originato dalla sommersione, relativamente recente, di tutta la zona costiera circostante a Tobruch.
Dal punto di vista geologico la penisola di Tobruch, e i rilievi antistanti, sono composti da calcari bianchi o gialli, per lo più friabili, ma talora assai compatti, spesso ricchi di fossili. Dalle numerose forme determinate è stata riconosciuta l'appartenenza al Miocene medio. Nei díntorni di Tobruch esistono alcune faglie.
Il centro abitato occupa il versante meridionale di un rilievo alto una ventina di metri e scende sino in riva al mare. Alle vecchie e piuttosto misere costruzioni esistenti prima dell'occupazione italiana, si sono aggiunti recentemente numerosi edifici moderni occupati dalle scuole, dagli uffici e diverse ville adibite ad abitazione. La popolazione, che, secondo il censimento del 1931, ammontava a 1660 abitanti, è ora notevolmente aumentata.
Tobruch ha importanza specialmente come base militare e marittima ed è il maggiore centro abitato della Marmarica italiana. Per Tobruch passa la grande strada litoranea che dal confine tunisino porta a quello egiziano e da Tobruch si irradiano numerose vie automobilistiche e carovaniere che raggiungono tutte le principali località della Marmarica. A Tobruch fanno pure scalo i piroscafi che percorrono la linea costiera lungo la Libia e l'Egitto.
Occupazione di Tobruch. - All'inizio della guerra italo-turca (1911-12) fu deciso di occupare al più presto Tobruch, dotata di una magnifica e sicura rada, col principale scopo di sorvegliare le coste della Cirenaica ed eventualmente tagliare alle navi e ai trasporti turchi l'avanzata verso ponente. Il mattino del 3 ottobre 1911 una forza navale italiana composta di 6 navi da battaglia, un esploratore e un cacciatorpediniere agli ordini dell'ammiraglio A. Aubry si trovò riunita a 20 miglia a NE. di Tobruch. Inviato in precedenza l'Agordat all'ancoraggio, l'ammiraglio seppe che il porto era deserto, e poté così ancorarvi con l'intera squadra a mezzogiorno nella rada esterna. Il comandante dell'Agordat, cap. di fregata C. Albamonte Siciliano, fu inviato a terra per intimare la resa al presidio turco, ma le trattative andarono a monte, e fu deciso quindi di sbarcare il giorno dopo un nucleo di marinai per occupare il villaggio. La mattina del 4 la forza navale entrava in porto e una spedizione agli ordini del capitano di fregata A. Frank, comandante in 2a della R.N. Napoli, sbarcava rapidamente, mentre la Vittorio Emanuele (nave ammiraglia) e l'Agordat dirigevano qualche colpo di cannone su un fortino, dove sventolava la bandiera turca. I soldati del presidio abbandonarono la posizione e gl'Italiani, quando poterono entrare nel villaggio, lo trovarono deserto. Soltanto il gíorno dopo gli abitanti rientrarono nel paese riprendendo le loro attività. A difesa del porto, specialmente durante la notte, fu stabilito uno sbarramento provvisorio, e alla vigilanza di esso furono destinate alcune imbarcazioni armate, che stavano in prossimità delle ostruzioni, mentre un cacciatorpediniere eseguiva crociere al largo per evitare sorprese.
L'8 ottobre giunse in rada il piroscafo Favignana con un battaglione del 400 reggimento fanteria, che presidiò la località.