Tizio
Uno dei Titani, figli di Urano e di Gea. La sua statura era tanto gigantesca che, disteso, ricopriva uno spazio corrispondente a nove iugeri (cfr. Aen. VI 595 ss.; Ovidio Met. IV 457-458; Tibullo I III 75; Lucano Phars. IV 595 ss.).
Fu folgorato da Apollo per aver tentato Latona e condannato nell'Ade a subire gli assalti di un avvoltoio che gli lacerava di continuo il fegato, ricrescente ogni volta a perpetuazione della pena (cfr. Orazio Carm. III IV 77 ss., IV VI 2; Servio ad Aen. VI 595).
Il nome ricorre in If XXXI 124 Non ci fare ire a Tizio né a Tifo, nel contesto del discorso volutamente lusinghiero rivolto da Virgilio ad Anteo, considerato il più forte dei fratelli secondo la tradizione risalente a Lucano (v. ANTEO).