titolo tossico
loc. s.le m. Titolo di credito derivato dalla cartolarizzazione di mutui e prestiti subprime, commercializzato dagli operatori finanziari senza dichiararne in modo adeguato la provenienza e la scarsa solvibilità.
• [Jacob A.] Frenkel è convinto che questa crisi sia frutto di un’espansione troppo prolungata e dell’assenza di incentivi a gestire le risorse in modo oculato: «Quando si cresce troppo e troppo a lungo, alla fine si cercano rendimenti più alti, si accettano rischi più elevati. È successo anche stavolta. Con in più il dirompente effetto moltiplicatore dei derivati. Pur sapendo che questo comporta rischi di moral hazard, dobbiamo cercare di eliminare i titoli “tossici” che tuttora pesano sui portafogli delle banche. La Fed deve continuare nella sua operazione di pulizia». (Massimo Gaggi, Corriere della sera, 7 luglio 2008, Corriere Economia, p. 10) • Non siamo di fronte a una crisi del credito ma dell’insolvenza, è l’era dei titoli tossici e dei derivati, un castello di carta dieci volte più grande della ricchezza mondiale: 63 trilioni di dollari di Pil contro 615 trilioni di dollari di derivati in giro per il mondo. (Mario Sechi, Tempo, 3 agosto 2011, p. 1, Prima pagina) • Negli ultimi mesi la debolezza dell’economia e i bassi tassi di interesse hanno fatto arrivare al pettine anche i nodi dei derivati e degli altri titoli tossici, riguardo ai quali il sistema europeo non aveva messo in atto i massicci interventi adottati dal governo americano. (Romano Prodi, Messaggero, 2 ottobre 2016, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal s. m. titolo e dall’agg. tossico, ricalcando l’espressione ingl. toxic bond.
> asset tossico, finanza tossica, obbligazione salsiccia, obbligazione tossica.