TITO TAZIO
. Re di Curi nella Sabina, mosse contro Roma per vendicare il ratto delle Sabine, occupò la rocca del Campidoglio per il tradimento di Tarpea e si volse quindi contro il Palatino. La battaglia si combatteva furiosa nella bassura dove sorse poi il Foro, quando improvvisamente intervennero le donne sabine, già spose ai Romani, le quali persuasero i combattenti a deporre le armi. Fu anzi concluso un foedus, per il quale i due popoli si fusero in uno solo, i Sabini occuparono il Quirinale e Romolo e Tazio regnarono insieme su Roma. Avendo alcuni parenti di Tazio recato offesa ad ambasciatori dei Laurenti, egli rifiutò di punire i colpevoli e, recatosi in seguito nella città dei Laurenti per celebrare un sacrificio, fu perciò da essi ucciso.
Per alcuni, la coppia Romolo-Tazio sarebbe un precedente del collegio consolare proiettato alle origini di Roma, e la leggenda sarebbe sorta dopo l'annessione dei Sabini a Roma nel 290. Ma la figura di Tazio è certo più antica e può darsi che egli fosse un re romano più oscuro, che non avendo trovato dapprima posto nella lista dei re, vi fu poi aggiunto come correggente. Egli fu anche ritenuto l'eponimo dei Tities, una delle tre antichissime tribù, e da lui o in suo onore sarebbe stato costituito il collegio sacerdotale dei sodales Titii. Da varî indizî (tomba sull'Aventino, offerta di sacrifici annuali, ecc.), si è infine argomentato che egli fosse un'antichissima divinità degradata poi a figura umana.
Bibl.: A. Schwegler, Römische Geschichte, I, 2a ed., Tubinga 1867, pp. 462, 487, 521; G. De Sanctis, Storia dei Romani, I, Torino 1907, p. 220; Glaser, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IVA, col. 2471; E. Pais, Storia di Roma, 3a ed., II, Roma 1926, pp. 8 e 49.