SARROCCHI, Tito
Scultore, nato il 10 gennaio 1824 a Siena, ivi morto il 30 luglio 1900. Dopo inizî dilettantistici, entrò giovanissimo nella bottega dell'intagliatore Manetti, scultore dell'Opera del duomo, e contemporaneamente frequentò l'Accademia. Passato a Firenze nel 1841, l'anno dopo entrò all'Accademia fiorentina sotto la guida del Bartolini: e circa il 1843-44 passò dal Duprè. Tornato in patria, nel 1855 terminò il monumento Pianigiani, nella chiesa di S. Domenico, incominciato da Enea Becheroni; e dal 1858 al 1869 lavorò alla riproduzione della Fonte Gaia da mettersi nella Piazza del Campo in luogo di quella, sciupata al massimo grado, di Iacopo della Quercia. Tolti alcuni monumenti, come quello ai caduti nella guerra dell'indipendenza (1879) e a Sallustio Bandini (1880), ambedue a Siena, il S. eseguì più che altro gruppi e bassorilievi per cappelle funerarie. Di tale produzione resta singolare testimonianza nel cimitero della Misericordia a Siena; dove possono esser ricordate fra le sue cose più degne il Genio della Morte (1858-1860), il Tobia che seppellisce i morti (1870-73); e la Visione d'Ezechiele (1878). Lavorò anche, in Firenze, alla facciata di S. Croce (bassorilievo con l'Invenzione della Croce, c. 1865) e a quella del duomo (statua della Madonna, 1882-87).
Scultore eccellente per tecnica, scrupolosamente studioso, il S. eseguì opere accurate, talvolta un po' fredde, che ricordano il Bartolini, e specialmente il Duprè. Nel Tobia l'artista ebbe una concezione originale e ardita; nell'Ezechiele mosse un' ispirata figura biblica. Di un genere diverso, è assai bello il monumento a Sallustio Bandini: in esso il S. seppe presentare con grande sicurezza l'immagine bonaria e pensosa del sacerdote.
Bibl.: Oltre alle opere di carattere generale, si veda soprattutto G. Sarrocchi, Cenni biografici dello scultore T. S., Siena 1924; ripubblicato anche nel Bullettino senese di storia patria, XXXI (1923), pagina 137 segg.; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIX, Lipsia 1935 (con bibliografia).