Domiziano, Tito Flavio
Imperatore romano (Roma 51 d. C. - 96). Sebbene la tradizione lo annoveri tra gl'imperatori più scellerati, rimproverandogli, oltre alle colpe riferite dalle fonti pagane, la crudele persecuzione contro i cristiani, D. rimane fedele anche per Domiziano al suo proposito di non infierire mai su un personaggio antico che abbia rivestito la dignità imperiale; e dovendo accennare alla persecuzione ordinata da lui si limita a nominarlo per così dire di scorcio (Pg XXII 83) senza minimamente alludere al giudizio vulgato.
Succeduto al fratello Tito nell'81, Domiziano accentuò il carattere assolutistico del principato. Promosse fortunate campagne offensive ai confini settentrionali dell'impero e nella Britannia, della quale consolidò la conquista; in politica interna mirò a deprimere il ceto senatorio, suscitando però una decisa opposizione. Divenuto sempre più sospettoso e dispotico, fu spento da una congiura nel 96 e il senato si affrettò a decretarne la " damnatio memoriae ".
Presso qualche trattatista medievale la sua uccisione, ispirata e approvata dal senato, appare come un esempio di tirannicidio legittimo, compiuto " non privata praesumptione aliquorum, sed auctoritate publica " (Tommaso De Regimine principum I VII, ed. Spiazzi 770). Illegittimo e violento, per converso, il suo principato: onde in un'epistola di Roberto d'Angiò a Clemente V, del 24 agosto 1313 - cui D., secondo L. Chiappelli (Sulla età del ‛ De Monarchia ', in " Arch. Stor. It. " s. 5, XLIII [1909] 237-256), avrebbe inteso ribattere implicitamente nel suo trattato - Domiziano compare in una lista di imperatori malvagi che giunge fino a Enrico VII e vuol dimostrare che l'Impero è " contra naturam ". Ma abbia D. o no voluto respingere questa interpretazione del personaggio, sta di fatto che l'unico accenno esplicito a Domiziano è il ricordo della persecuzione, misurato e rapido in confronto alla probabile fonte orosiana (Hist. VII X 1), posto in bocca a Stazio nel luogo citato del purgatorio.
Bibl. - P. Toynbee, D. Studies and Researches, Londra 1902, 130; C. Till Davis, D. and the Idea of Rome, Oxford 1957, 183.