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TITIDIUS

di P. Moreno - Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)
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TITIDIUS (Titidius o Titedius Labeo)

P. Moreno

Pittore romano, vissuto nel I sec. d. C.

Cittadino di rango senatorio, pretore e proconsole della Gallia Narbonense (Tac., Ann., ii, 85), morì in età molto avanzata nel tempo in cui Plinio stendeva la Naturalis historia, cioè attorno al 77 d. C. (Nat. hist., xxxv, 20). È ricordato da Plinio come pittore di piccoli quadretti: parvis gloriabatur tabellis. La notizia che il pittore avrebbe sofferto irrisione e ignominia a causa delle sue opere, concorda con la notizia di Tacito sugli scandali nei quali sarebbe rimasto coinvolto, e permette anche di pensare che T. praticasse la rhyparographia (v. caricatura). Non è giustificata dal testo pliniano, l'ipotesi (Toynbee) che si trattasse di autoritratti caricaturali.

Bibl.: H. Brunn, Gesch. Griech. Künstler, II, Stoccarda 1889, p. 206; J. Overbeck, Schriftquellen, n. 2386; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung, II, Monaco 1923, par. 908, p. 830; M. Fluss, in Pauly-Wissowa, VI A, 1937, c. 1536 s., s. v.; A. Rumpf, in Thieme-Becker, XXXIII, 1939, p. 223; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946, p. 127 ss.; G. Becatti, Arte e gusto negli scrittori latini, Firenze 1951, p. 35: J. M. C. Toynbee, Some Notes on Artists in the Roman World, Bruxelles 1951, p. 37; I. Calabi Limentani, Studi sulla società romana, Il lavoro artistico, Milano 1958, p. 188.

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