TISICRATE (Τεισικράτης, Tisicrátes)
Scultore, di Sicione: appartiene alla scuola di Lisippo, e imparò l'arte da Euticrate, figlio di questo. Come s'intende anche dalla cronologia dei personaggi che ritrasse, lavorava nella prima metà del sec. III a. C. Plinio, solo scrittore antico che ne parli (Nat. Hist., XXXIV, 67 e 39), ricorda soltanto opere di bronzo: un vecchio tebano, certamente un ritratto, Demetrio Poliorcete, Peuceste, che aveva salvato la vita ad Alessandro Magno nell'assalto d'una città, una biga, sulla quale Pistone avrebbe collocato una statua di donna, forse una Nike accanto all'auriga vincitore. Il gruppo commemorava, con ogni probabilità, una vittoria ippica in ludi sacri, e si doveva trovare in qualche santuario.
Lo stile di T. era così aderente a quello dei maestri da cui discendeva, da non palesare un carattere personale: così afferma Plinio, ripetendo certamente il giudizio d'un critico greco, probabilmente Senocrate, che, secondo alcuni (Nat. Hist., XXXIV, 83), sarebbe stato allievo del nostro e non del maestro di lui.
Si conoscono due basi di statue di bronzo firmate da T.: una, trovata a Tebe, rappresentava un atleta vittorioso nei giochi di Nemea, dell'altra, ad Oropo, nel santuario d'Anfiarao, è perduto il testo riferibile al soggetto rappresentato: in essa lo scultore si dice figlio di Thoinias. D'un Thoinias figlio di Tisicrate si conoscono tre documenti epigrafici analoghi: uno a Tanagra, l'altro a Delo e il terzo a Oropo, e qui l'artista si dichiara sicionio. L'epoca della scrittura e la patria del figlio convengono all'identificazione del T. "epigrafico" con quello "pliniano", benché, a rigore, non si possa escludere la possibilità d'una omonimia. Così pure nel caso del T. padre del pittore Arcesilao, nominato da Plinio (Nat. Hist., XXXV, 146).
Bibl.: M. Collignon, Hist. de la sculpture grecque, II, Parigi 1897, p. 485; W. Klein, Geschichte der griech. Kunst, II, Lipsia 1905, pp. 373 e 406. Per le epigrafi, E. Löwy, Inschriften griechischer Bildhauer, Lipsia 1885, nn. 120, 120 a, 121, 122, 122 a.