TISDRO (Thysdrus e Thisdra)
Città dell'Africa, oggi el-Djem. Il nome è probabilmente di origine libica. Essa era nel territorio che possedeva Cartagine all'inizio della terza guerra punica, e che pertanto diventò provincia romana nel 146 a. C. Tisdro era allora una piccola città, ma buona piazza di commercio granario, se al tempo della guerra fra Cesare e Pompeo vi si erano stabiliti numerosi commercianti italici, e vi erano stati accumulati dai pompeiani notevoli quantitativi di frumento. Di essa abbiamo particolare ricordo in occasione di questa guerra: all'avvicinarsi di Cesare, essa mandò i suoi legati a invocare l'occupazione di questi, ma i pompeiani più sollecitamente se ne fecero padroni. Al termine della guerra essa fu punita di una lieve ammenda. Poiché la città porta più tardi l'epiteto di colonia Iulia Thysdritana, ed è iscritta alla tribù Galeria, St. Gsell ha supposto che Cesare stesso vi deducesse una colonia, ciò che invero è incerto; Plinio la pone tra gli oppida libera.
Nell'impero dovette raggiungere un certo grado di prosperità a giudicare dalle rovine superstiti (resti di terme, sepolcri, ecc.), sulle quali emerge il grandioso anfiteatro, il maggiore dell'Africa. Misura m. 148 × 122, e ha esternamente tre ordini di arcate, come il Colosseo; sotto l'arena, nell'interno, sono state messe in luce alcune gallerie per i servizî degli spettacoli. Poteva contenere intorno a 60.000 spettatori. Il monumento fu molto danneggiato alla fine del sec. XVII in occasione di una rivolta contro il Bey di Tunisi.
Nel 238 a Tisdro fu proclamato imperatore Gordiano. Dopo Diocleziano la città fece parte della Bizacena; fu sede episcopale.
Bibl.: C. Tissot, Géogr. de la prov. rom. d'Afrique, II, Parigi 1888, p. 182 segg.; St. Gsell, Hist. anc. Afrique du Nord, VIII, ivi 1928; Corp. Inscr. Lat., VIII, 12.