TISBE (Θίσβη, Thisbe)
Antichissima cittadina greca della Beozia (così chiamata, si diceva, dal nome della ninfa figlia del fiume Asopo), nominata già da Omero che la descrive come ricca di colombi selvatici, ubicata a sud dell'Elicona, fra i territorî di Coronea e di Tespie, a poca distanza dalla riva del Golfo Corinzio, dove possedeva un suo porticciolo roccioso nell'attuale località di Vathy (Βαϑύ). Rovine dell'antica Tisbe, e specialmente della sua cinta di mura, si conservano presso il villaggio di Kakosi (Κακόσι), sopra una piccola conca, circondata da colli sotto alle due maestose vette nevose dell'Elicona, chiamata Paleovuna (Παλαιόβουνα). In questa conca ristagnano le acque di un ruscello che ha le sorgenti nella Valle delle Muse presso Ascra: Pausania il Periegeta ci descrive la grandiosa opera di una diga costruita nell'antichità e di cui ancora recentemente erano visibili blocchi delle fondamenta, che la divideva in due, di maniera che, mentre le acque venivano invasate nella parte superiore, quella inferiore rimaneva asciutta e coltivabile. Fra il 447 e il 379 a. C. Tisbe fu compresa nel territorio di Tespie; solo dopo il 338 ci appare come città indipendente facendo parte della Lega beotica. Insieme con Coronea e Aliarto partecipò alla guerra di Perseo come alleata della Macedonia, e fu perciò devastata dai Romani. Dopo il 146 fu una delle civitates stipendiariae. Varie iscrizioni di età romana ricordano ancora sue contese di confini con Coronea.
Bibl.: J. G. Frazer, Pausania's description of Greece, Londra 1898, V, p. 160 segg.; Fiehn, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI A, col. 287 segg. Per gli scavi v. C. M. Rolfe e F. B. Tarbell, in Pap. Amer. School at Athens, V (1886-90), p. 224 segg.; Amer. Journ. of Arch., VI (1890), p. 112 segg.