TIRONE (lat. tiro)
Era, nell'antichità romana, la recluta.
Come s'impartisse nell'età repubblicana l'istruzione alle reclute, non ci è detto, ma il nome stesso di exercitus (da exerceo) e il Campo di Marte a Roma dimostrano che l'istruzione militare veniva impartita sistematicamente. I giovani delle classi elevate, destinati a divenire ufficiali superiori, si esercitavano nelle armi neì Campo e compivano come tirones il primo, come milites il secondo anno di servizio militare, al seguito di alti ufficiali. Con la trasformazione della milizia in esercito di professione, l'istruzione del soldato raggiunse un livello che i tirones non potevano raggiungere che dopo un lungo allenamento (anche di oltre otto anni). Perciò i generali preferivano formare legioni o altri corpi di soli tirones, piuttosto che completare con elementi non maturi i reparti di veterani. Sotto l'impero, i coscritti riconosciuti idonei (probati) venivano assegnati ai corpi oppure, se erano in certo numero, se ne formavano distaccamenti speciali (vexillationes). Dopo un certo periodo d'intensi esercizî, venivano dichiarati milites, segnati col marchio militare sulla pelle e percepivano lo stipendium. I più importanti esercizî erano la scherma contro fantocci e la marcia. L'età delle reclute sotto l'impero era di solito fra 17 e 20 anni, con eccezioni fino a 14 e 32 anni.
Bibl.: F. Fröhlich, Das Kriegswesen Cäsars, Zurigo 1889, p. 103; R. Cagnat, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités, V, p. 344; W. Liebenam, art. Dilectus, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, col. 591, e Exercitus, ibid., VI, col. 1589 passim; J. Kromayer e G. Veith, Heerwesen und Kriegführung der Griechen u. Römer, Monaco 1928, passim.