FUNE, tiro alla
Sport popolare, praticato spesso senza alcuna regola dai marinai, dai contadini, dagli operai italiani. Nel 1929 passò sotto il controllo dell'Opera Nazionale Dopolavoro, che emanò lo statuto e il regolamento relativi. Dal 1930 si disputano ogni due anni campionati nazionali di tiro alla fune, con la partecipazione di tutte le regioni d'Italia.
Le squadre di tiro alla fune si compongono di 8 giocatori; la fune è lunga circa m. 20, spessa mm. 35, ed è divisa in tre zone (rossa, bianca e verde), limitate da tre segni circolari, uno dei quali indica il centro e dista dagli altri due m. 1,80. A tali segni corrispondono altri tre segni sul terreno, che delimitano i campi. Al comando di tirare, ciascuna squadra cerca di trascinare l'altra finché il segno avversario della fune non sia arrivato all'appiombo del proprio. Varie norme particolari sono imposte ai concorrenti. La gara è diretta da un arbitro, coadiuvato da due giurati. Trascorsi infruttuosamente 8 minuti dall'inizio, la partita vien dichiarata nulla.