TIRITACA (Τιρικτάκη; Τυριστάκη)
T. o Dia (Plin., Nat. hist., iv, 86) è il nome di una piccola cittadina bosporica situata circa 12 km a S-S-O dall'antica Panticapeo (odierna Kerč), non lontano dalla riva occidentale dello stretto di Kerč.
Il trovamento di alcuni frammenti di ceramica, dimostrano che l'insediamento umano in questa zona risale alla fine del II o ai primi secoli del I millennio a. C. Grandi sculture arcaiche furono reimpiegate nella muraglia di difesa eretta intorno alla città nel V sec. a. C. Sembra che il centro abitato fosse stato in possesso dei Cimmerî, il che verrebbe confermato dal nome di T., caratteristico per la toponomica trace (secondo Strabone i Cimmeri ed i Traci erano della medesima stirpe: Strab., i, 3, 18).
La cittadina bosporica di T. (Dia), deve essere stata fondata da coloni greci intorno alla metà del VI sec. a. C., ma nessuna fonte letteraria o epigrafica parla della storia di questa piccola città, che, a quanto pare, occupava uno spazio non superiore a 4 ettari; i dati degli scavi archeologici permettono di ricostruirne soltanto la vita economica e culturale.
Da quanto scrive Diodoro (xii, 31, 1) si può concludere che nel 480 a. C. alcune città bosporiche si fossero unite sotto l'egida della nobile famiglia degli Archeanattidi. È molto probabile che T. vi avesse aderito. Successivamente, per i nove secoli di esistenza dello stato del Bosporo, T. ne fece inseparabile parte, rimanendo uno dei numerosi centri di importanza secondaria.
Nei primi secoli dell'èra attuale T. viveva di una vita economica abbastanza intensa, ma il livello culturale, come indicano i dati di fatto, non doveva essere molto alto.
All'inizio dell'ultimo venticinquennio del IV sec. d. C. T. per effetto dell'invasione degli Unni fu messa a saccheggio e distrutta, cessando di esistere. Ciò nonostante, la vita durò ancora per un certo periodo, come è attestato dai resti di singoli edifici del V-VI e dell'VIII-IX secolo. Tra le costruzioni scoperte a T. sono da considerare le più antiche quelle erette alla sua estremità occidentale, poco dopo la fondazione della colonia, che hanno dato manufatti prevalentemente di importazione, tra cui figurine di terracotta rappresentanti una dea d'origine ionica, che risalgono alla seconda metà del VI sec. a. C.
Nella parte meridionale della città sono stati scoperti resti di costruzioni di difesa più importanti, della prima metà del sec. V a. C., e della prima metà del III sec. a. C., queste ultime rivestite di pietre squadrate, bugnate e rafforzate da torri rettangolari. Non lontano, a S della città, nei secoli VI-IV a. C. si costruì un piccolo centro abitato non difeso. Cessò di esistere all'incirca nella prima metà del sec. III a. C. A partire dal III-II sec. a. C. a T. fu iniziata la costruzione di stabilimenti enologici, e poi, nei primi secoli della nuova èra, cisterne per salare il pesce. L'abbondanza di tali cisterne permette di concludere che nei secoli I-III d. C. l'industria del pesce, fresco e salato, si sviluppò intensamente, essendo produzione destinata all'esportazione. Così ad esempio la capacità del complesso di 16 cisterne scavate nel 1932 permetteva di salare contemporaneamente circa 200 t. di pesce, superando di molto il fabbisogno annuo di T. stessa, che nei primi secoli della nuova èra era divenuta un sobborgo, una "città-satellite" di Panticapeo.
Questo specifico carattere della vita di T. nei secoli III-IV d. C. è con evidenza illustrato dal materiale scoperto durante gli scavi di una casa di abitazione, che probabilmente apparteneva a uno dei produttori di pesce salato. Questo edificio, dell'area di 300 m2, era stato costruito su un terreno a diversi livelli, e pertanto era disposto a terrazze. Nella parte centrale della casa si trovava un cortile lastricato, intorno al quale erano disposte otto camere; sopra alcune di esse era evidente che ci fosse stato un piano superiore. Nei pressi si trovò una cisterna per salare il pesce, adiacente alla casa (cisterne per il pesce sono visibili nella pianta fig. 981, appezzamenti, v, vi, ix, xiii).
I trovamenti archeologici, molto modesti, sono limitati a statuette di terracotta (e a frammenti di esse) a ceramica dipinta, più spesso importata (d'origine ionica, corinzia, a figure nere e a figure rosse d'origine attica e ellenistica), in parte d'origine bosporica (VI sec. a. C.) e a intagli in osso. La più considerevole opera di scultura è il torso (alto 36 cm) di una statuetta di Dioniso in marmo; il dio è rappresentato diritto in piedi, vestito di chitone e himàtion. È una statuetta di buon lavoro attico della prima metà del III sec. a. C., forse destinata a scopi di culto. Il rinvenimento di uno stampo in bronzo per ottenere immagini in rilievo su lastrine metalliche, databile al III sec. a. C., testimonia dell'esistenza di una bottega di toreuta. È da notare una grande massa di figurine votive in terracotta, specialmente protomi di Demetra e di Kore, scoperte fuori città. La maggior parte risale al IV sec., alcune al V-IV a. C.
La necropoli è stata esplorata molto meno della città. Le tombe scoperte risalgono essenzialmente ai periodi V-IV sec. a. C. e I-IV d. C., e sono simili alle contemporanee sepolture agiate di Panticapeo, ma non alle più ricche. In una tomba del primo gruppo è stato scoperto un sarcofago in legno ben conservato.
In alcuni sepolcri del secondo gruppo (I-IV sec. d. C.) si sono conservati frammenti di sarcofagi in legno con svariati ornamenti di gesso (stucco), talvolta con la policromia ben conservata. Questi ornamenti erano costituiti da elementi traforati composti di palmette e di cordoni, rivestimenti delle basi di colonne, figurine di fanciulli, protomi di sileni e di meduse; diverse maschere, attori tragici, leoni, motivi ornamentali vegetali, capocchie di chiodi di forme stravaganti. Dopo l'invasione degli Unni (anni settanta del IV sec. d. C.) la vita non cessò del tutto. Ne rendono testimonianza le rovine di una basilica cristiana del V-VI sec. a colonne e rivestimenti in marmo. Questa basilica, a quanto si può supporre, fu distrutta verso il sec. VII e sullo stesso terreno nell'VIII sec. venne costruita una casa di àbitazione. Dopo il sec. IX, la vita su questo territorio dovette cessare del tutto.
Gli scavi di T. sono stati effettuati a partire dagli anni trenta di questo secolo, diretti quasi sempre da V. Gaidukevic. La necropoli fu scavata da diversi esploratori nel XIX sec. e negli anni trenta del secolo attuale.
Bibl.: I principali dei numerosi rendiconti di scavo, e la pubblicazione di singoli monumenti si trovano in: Materialy i issledovanija po archeologii SSSR., IV, Mosca-Leningrado 1941, pp. 11-95; XXV, 1952, pp. 15-134, e 223-421; LVXXI, 1958, pp. 149-185; 312-316; V. F. Gaidukevic, Bosporskaje tsartswo, Mosca-Leningrado 1949, pp. 36-39; 172-174; E. Belin de ballu, L'histoire des colonies grecques du litoral N. de la Mer Noire (bibliogr. annotée 1941-1965), Leida 1965; L. Livi, commercio del pesce nell'economia del I sec. d. C., in Economia e Storia, 1965, p. 9 ss.