TIONE (A.T., 24-25-26)
Comune della provincia di Trento, nelle Giudicarie, sulla destra del Sarca, là dove questo fiume, allo sbocco della Val Rendena, riceve il torrente Arnò e piega ad angolo retto da S. verso E. Il centro, decoroso e ridente, situato a 565 m. s. m. ai piedi del Monte Gaggio, sopra una terrazza che scende dolcemente fino alla confluenza dei due corsi d'acqua formando l'ampia conca prativa chiamata "la Busa",, conta 2065 ab., mentre tutto il comune, dell'area di 56,04 kmq. e che comprende oltre Tione, capoluogo delle Giudicarie, anche 4 grosse frazioni, ha 3124 abitanti. Assai vasta è l'area boschiva e prativa, estesi sono i castagneti, limitata l'area coltivata (9,24 kmq.) a cereali e patate. Fiorente è l'allevamento di bovini (742 capi) e caprini (197 capi) e curata la piscicoltura (stabilimento sull'Arnò per l'allevamento delle trote). Centro di villeggiatura estiva, dista 45 km. da Trento e 31,6 km. da Madonna di Campiglio.
Storia e arte. - Le Giudicarie si dividevano in sette pievi: Lomaso, Bleggio, e Banale (Giudicarie esteriori), Rendena e Tione, tutte nella Valle del Sarca, Condino e Bono in Val del Chiese (Giudicarie interiori). Il distretto di Tione comprendeva soltanto le due ultime pievi. Confinante direttamente col Bresciano, è il territorio del Trentino che più accusa l'influenza lombarda, anche se politicamente appartenne sempre al principato di Trento; anzi agli albori del cristianesimo partì di qui l'evangelizzazione delle attigue zone della Lombardia; e nei suoi rapporti con Brescia, risentì della spettanza politica di questa, nell'età moderna, alla repubblica veneta.
La Rendena conserva poche memorie ormai dei tempi remoti, quando fu teatro del martirio di S. Vigilio (405). Il monumento più antico è forse la chiesuola dedicata al santo vescovo a Tione. Nel campo della pittura - oltre a qualche pala - rivestono peculiare interesse i cicli di affreschi dei secoli XV e XVI, dovuti ai varî membri della famiglia lombarda dei Baschenis di Averaria, fra i quali godono di particolare notorietà le pitture di Pinzolo e di Carisolo con le danze macabre e con la leggenda del passaggio di Carlomagno attraverso la Rendena. I prodotti della scultura in legno vanno dal crocifisso romanico di Campiglio e dagli ultimi altaroli gotici del solito tipo montano, a notevoli saggi del primo Rinascimento bresciano; ma continuano anche nel periodo barocco.
Bibl.: A. Morassi, I pittori Baschenis nel Trentino, in Studi trentini di scienze storiche, VIII (1927); G. Boni, L'organo nelle Giudicarie, ibidem, XI (1930); G. Piscel Fraschini, Appunti sulla scultura in legno nelle Giudicarie, ibidem, XVI (1935).