Scultore greco (4º sec. a. C.), forse attico; fece una statua di Asclepio, a Trezene, chiamata Ippolito al tempo di Pausania. A Roma nel tempio augusteo di Apollo sul Palatino era un'Artemide marmorea, la cui testa fu restaurata da Aviano Evandro; di questa si ha una riproduzione su un lato della "base" del museo di Sorrento. Si è trovato il suo nome nell'iscrizione con i rendiconti del tempio di Asclepio a Epidauro, per cui T. fece i "modelli" (τύποι) delle sculture frontonali ed eseguì gli acroteri d'un lato. Si è visto perciò il suo stile nelle figure di Nereidi o di Aure, che mostrano una elaborazione più mossa e pittoresca del tipo di panneggio sottile fidiaco e che facevano parte della decorazione acroteriale del tempio. Si sono attribuiti a T. anche la Leda con il cigno (nota in più copie, fra cui quella del Museo capitolino), il tipo di un'Atena con egida stellata. Al fregio del mausoleo di Alicarnasso, T. collaborò con Scopa, Leocare e Briasside eseguendo il lato meridionale. Si è cercato di distinguere le lastre appartenenti a T., che si rivela in tutte queste opere un continuatore della scuola fidiaca di cui sviluppa e sente principalmente alcuni aspetti del panneggio, mosso e sottile.