TIMOTEO (Τιμόϑεος, Timotheus)
2°. - Generale e uomo politico ateniese, figlio di Conone e, forse, di una donna tracia.
Nato nel 407, amico di Platone e allievo di Isocrate, fu stratega nel 379 e 376. Processato ad Atene nel 373, fu costretto a passare come generale al servizio del re di Persia. Tornato di nuovo ad Atene nel 367, nel 366 passò in aiuto del satrapo persiano ribelle Ariobarzane; occupa, dopo dieci mesi di assedio, Samo e in seguito anche Cizico. Morì in esilio a Calcide nel 353. Nelle orazioni scritte dopo la conclusione della guerra sociale, Isocrate continuava a richiamarsi a T. come al rappresentante del periodo ideale dell'egemonia ateniese.
A T. furono innalzate parecchie statue: una sull'Acropoli, presso il Partenone (Syll., 3, 152); una nell'Agorà, altre si innalzavano a Efeso e a Samo (Paus., vi, 3, 17). Pausania (i, 24, 3 e 29, 15) ricorda la sua tomba nel Ceramico, dove forse esisteva una sua statua-iconica. Un'iscrizione rinvenuta a Roma (Lòwy, LG.B., 482) ci dà notizia di una statua di T. opera di un Polykr... (v. polykrates). Il ritratto di T. si volle riconoscere dal Six nella testa coronata che appare su un tipo monetale, noto in più varianti da diversi conî e impresso su uno statere di elettro di Cizico, databile tra il 400 e il 359 (v. vol. vi, fig. 812) e in un ritratto dei Musei Capitolini (Arndt-Bruckmann, 367-8). Tale identificazione è stata seguita da qualche studioso, ma appare tutt'altro che sicura.
Bibl.: J. P. Six, Monnaies grecques, inédites et incertaines, in Numismatic Chronicle, 1898, p. 197 ss.; J. Six, Ikonographische Studien, in Röm. Mitt., XXVII, 1912, p. 6; K. Klee, in Pauly-Wissowa, VI A, 1936, c. 1324 ss., s. v.; K. Lange, Herrscherköpfe des Altertums, Berlino-Zurigo 1938, p. 36 s.; id., Charakterköpfe der Weltgeschichte, Monaco 1949, p. 19, tav. 2; L. Breglia, Correnti d'arte e riflessi di ambienti su monete greche, in La Critica d'arte, V, 1940, . 64, tav. XX, i a e b; G. M. A. Richter, The Portraits of the Greeks, II, Londra 1965, p. 159 s.