TIMOR (A. T., 95-96)
È la più orientale e la maggiore delle piccole isole della Sonda, ma come Soemba e le minori Sawoe e Roti si trova un po' a sud dell'allineamento di Giava e inclinata da SO. a NE. Misura in lunghezza circa 500 km. e la larghezza oscilla tra 90 e 100 km. L'isola è formata da una serie di rilievi paralleli e ha, verso il centro, monti vulcanici; però i fenomeni endogeni si limitano a sorgenti calde. Verso settentrione il terreno scende in larghe terrazze sino alla costa, che è fornita di buone insenature, invece verso SE. le alture precipitano sul mare che, a breve distanza dalla costa, si sprofonda nella fossa di Timor (−3108 m.). Il punto più alto è il Monte Ramelau (2950 m. s. m.). La costituzione geologica è varia, ma poco nota: sembrano predominanti le formazioni del Permico o del Carbonico, con calcari ad esse sovrapposti.
Il clima di Timor richiama quello di Giava orientale, ma la stagione piovosa, corrispondente al monsone di NO., è molto breve e assai accentuata e lunga è, invece, la stagione secca, il che ostacola l'agricoltura, tanto più che l'isola, per la sua forma allungata, non possiede bacini fluviali abbastanza estesi da fornire l'acqua per l'irrigazione.
In conseguenza, la vegetazione di Timor è molto meno ricca di quella di Giava e la foresta si restringe alle rive dei fiumi, mentre nell'interno prevalgono le savane. La flora e la fauna, pur rimanendo prevalentemente del tipo asiatico, presentano già elementi australiani: così troviamo diffuso l'eucaliptus e un marsupiale, il cuscus (Phalanger orientalis).
Politicamente, l'isola è divisa tra l'Olanda e il Portogallo. La prima possiede la parte di SO., che, con le vicine Roti e Sawoe e con tutte le altre isole della Sonda a partire da Soembawa, forma la residenza di Timor, con capoluogo Koepang. La parte olandese misura circa 13.000 kmq. e ha una popolazione di 360 mila ab., in maggioranza indigeni; pochi sono gli Europei e gli Arabi, abbastanza numerosi i Cinesi.
Koepang, il capoluogo, in una bella insenatura sulla costa sudoccidentale dell'isola, ma in località poco salubre, nel 1930 aveva 5500 ab., di cui 275 Europei e 1286 Asiatici; è scalo dei servizî regolari olandesi e possiede una stazione radio. Le esportazioni comprendono legno di sandalo, copra, pelli, bestiame e i famosi cavallini, pregiati in tutto l'arcipelago: in questi ultimi tempi si è aggiunto il caffè, prodotto nelle recenti piantagioni.
La sezione portoghese, che abbraccia la metà orientale di Timor e il distretto staccato di Sutrana, misura 18.989 kmq., ed ha una popolazione di circa 480.000 ab.: il distretto più densamente popolato è quello di Moatel nel quale si trova la capitale, Dilly, centro di appena 3500 ab., residenza governativa. Le condizioni di questa sezione sono assai più arretrate, giacché gl'indigeni si limitano a sfruttare i prodotti della foresta e a produrre soltanto quello che è per essi indispensabile. Il Portogallo non mantiene linee regolari di navigazione con questo suo possesso, che per il commercio deve appoggiarsi quindi ai servizî olandesi: soltanto un piccolo piroscafo assicura le comunicazioni tra Dilly e Koepang.
In tutta l'isola sono state introdotte recentemente le coltivazioni del caffè, della canna da zucchero e del tabacco, che sono ostacolate, però, dalla siccità e dalla scarsa possibilità d'irrigazione. Le ricchezze minerarie sembrano essere notevoli (oro, rame, gesso e petrolio), ma per ora non sono sfruttate.
Bibl.: G. A. F. Molengraaf, Nederlandsche Timor Expeditië, 1910-12, Amsterdam 1915-18; voll. 2; Monografia das Colonias Portuguesas, Agegnzia Geral das Colonias, Lisbona 1928; H. J. T. Bijlmer, Outlines of the Anthropology of the Timor Archipelago, Weltvreden 1929.
Etnologia. - L'Isola di Timor è abitata da varie tribù di tipo indonesiano che presentano più o meno, a seconda dei luoghi, mescolanze con sangue papuano. È ormai stabilito che veri e proprî Papua non esistono a Timor; le tracce di sangue papuano sono in certe località ben poco evidenti. Le maggiori influenze melanesiane si avrebbero soprattutto nella provincia di Anfuang, nella parte nord-occidentale dell'isola. Tra le popolazioni con tracce di sangue papua ricorderemo gli Ema Belo, che vivono nella parte orientale e centrale dell'isola, gli Atuli Timor o Timoresi propriamente detti, che vivono nelle regioni occidentali e infine, all'estremità ovest di Timor, e rispettivamente nelle isole di Sawoe e di Roti vivono gli Atuli Helung e i Rotinesi. In varie parti della costa hanno poi preso dimora Cinesi, Olandesi e Portoghesi e vi si sono costituiti nuclei di meticci alcunì dei quali sono detti "Portoghesi neri".
Dove l'influenza dei missionarî non si è fatta ancora sentire, gli Ema Belo e i Timoresi propriamente detti conservano ancora le loro antiche credenze pagane con un culto animistico assai sviluppato. Adorano gli astri, e in particolare il Sole nel quale vive il "signore della luce, e inoltre le piante, le montagne, i corsi d'acqua, ecc. Credono anche nei cattivi genî e i luoghi sacri divengono tabu e oggetto di grande rispetto. Costruiscono in ogni villaggio templi circondati da un bosco sacro.
La cultura materiale è riferibile in gran parte a quella delle altre popolazioni indonesiane. Gli abitanti di Timor usano tatuarsi e aguzzarsi e dipingersi i denti che, talvolta, rivestono di lamine d'oro e d'argento.
Gli usi che regolano il matrimonio e l'eredità variano da luogo a luogo: si avrebbe quindi a seconda delle tribù esogamia e endogamia e l'eredità può essere trasmessa dal padre al figlio o dallo zio al figlio della sorella. Come presso altre popolazioni della Malesia, anche tra gli abitanti di Timor era in uso, in guerra, la caccia alle teste umane; un giovane non diveniva uomo né poteva contrarre matrimonio se non aveva conquistato almeno uno di tali trofei. Le leggi sono, fra i Timoresi, molto severe e i rei vengono spesso puniti con la pena capitale. I riti funebri sono assai vari e specie per i principi si procede a cerimonie complicate. Talvolta i corpi vengono esposti sugli alberi oppure sepolti allo stato di mummia disseccata e sulla sepoltura si erigono cumuli di pietre che variano di altezza a seconda della importanza dell'inumato. Le cerimonie funebri vengono talvolta accompagnate da sacrifici.