TIMOCREONTE (Τιμολέων, Timocrĕo)
Poeta lirico del sec. V a. C., nato a Ialiso (Rodi). Di lì esiliato, sperò il rimpatrio per opera di Temistocle, ma la sua speranza fu delusa.
Il fr. 1 si apre con un grande elogio di Aristide, per passare bruscamente a un'invettiva feroce contro Temistocle. Il motivo personale non vi è taciuto. Plutarco poi spiega che l'esilio del poeta rodio era avvenuto per accusa di medismo, e narra che quando per quella stessa accusa fu condannato anche Temistocle, egli non si lasciò sfuggire l'occasione per un'altra invettiva ancora più violenta e triviale (fr. 2 e 3). A questa inimicizia appare connessa un'accentuata rivalità e polemica con Simonide di Ceo, che gli lanciò contro un famoso epitaffio satirico (fr. 99 D); a proposito del quale la tradizione erudita ci dà la notizia che T. fosse un atleta. Le poesie di T. erano per lo più scolî. Deve aver usato la favola esopica alla maniera di Archiloco, a scopo satirico.
Bibl.: I frammenti in Diehl, Anthologia Lyrica, II, pp. 120-23. E inoltre, Papiri Società italiana, XI (1935), n. 17; Schmid-Stählin, Geschichte der griechischen Literatur, I, i, Monaco 1929, pp. 510, 511.