TIMOCHARIS (Τιμόχαρις)
Scultore greco di Eleutherna, a Creta, attivo nelle isole, a Rodi e in Asia Minore, nella seconda metà del III sec. a. C.
È il padre dello scultore Pythokritos che si firma rodio, come un nipote di T., lo scultore Simias. La cronologia è abbastanza sicura per alcune iscrizioni: la più antica è la base rotonda della statua di Nikasidamos, sacerdote di Atena Lindia e di Zeus Polièus, a Lindos, che si data al 243 a. C. (I. G., xii, 1, 812), mentre altre tre basi di Lindos si datano attorno al 225 (Lindos, ii, unn. 123-125); a Rodi era la statua di Xenophantos, figlio di Agestratos, il navarca di cui parla Polibio (iv, 50), eretta probabilinente dopo una spedizione a Bisanzio del 219-8 a. C. (I. G., xii, 1, 40), e le due statue in bronzo di Herakleitos filarca di Ialiso e del figlio Apollodotos, erette forse alla fine del III sec. (A. Maiuri, Nuova silloge epigrafica di Rodi e Cos, Firenze 1925, n. 19). Da Rodi viene un'altra firma isolata dell'artista (I. G., xii, 1, 24) e da Lindos la base firmata della statua di un altro sacerdote di Atena e di Zeus (I. G., xii, I, 813). A Càrpato aveva eseguito la statua di un sacerdote di Asklepios e di Dioniso (L G., xii, 1, 9996), ad Astypaleia il donario di Archemenide ad Asklepios (I. G., xii, 3, 186). A Cnido il gruppo di Hermophantes e dei figli era opera comune con lo scultore Theudoros (E. Loewy, I. G. B., n. 169), a Sidone si è rinvenuta la base della statua di Diotimos figlio di Dionysios, il primo vincitore di Sidone alle Nemee nella corsa dei carri, celebrato in un epigramma (I. G. B., n. 167).
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, nn. 2006-2008; H. Brunn, Gesch. griech. Künstler, I, Stoccarda 1889, p. 460; W. Klein, Gesch. griech. Kunst, II, Vienna 1905, p. 225; A. Maiuri, Nuove silloge epigrafica di Rodi e Cos, Firenze 1925, p. 31; F. Hiller von Gärtringen, in Pauly-Wissowa, Suppl. V, 1931, c. 830, s. v. Rhodos; G. Lippold, ibid., VI A, 1936, c. 25, s. v., n. 2; M. Bieber, in Thieme-Becker, XXXIII, 1939, p. 180; L. Laurenzi, Ritratti Greci, Firenze 1941, p. 45; G. Lippold, Handb., III, i, Monaco 1950, pp. 340; 343; G. Pugliese Carratelli, in Annuario Atene, 1955, p. 303; E. Paribeni, in Enciclopedia Universale dell'Arte, VI, 1958, c. 893, s. v. Greco-settentrionali e greco-pontici centri.