TIMEO di Locri
Ebbe questo nome, secondo la tradizione, uno dei filosofi pitagorici più antichi: ma nulla di storicamente determinato può essergli ascritto, a contraddistinguerlo in seno all'atmosfera semileggendaria da cui è circonfuso, com'è noto, tutto il primo pitagorismo. Più tardi gli fu bensì attribuita un'operetta in dialetto dorico, intitolata Περί ψυχᾶς κοσμω καὶ ϕύσιος ("Intorno all'anima del mondo e della natura"): il che si spiega assai bene sia in quanto, in generale, il neopitagorismo tendeva ad accreditare le proprie concezioni facendole apparire come proprie dei più antichi rappresentanti della scuola, sia in quanto, in particolare, era allettante per tale ambiente l'idea di ritrovare, come opera autentica di T., il nucleo delle dottrine che il vecchio e pitagorizzante Platone gli aveva letterariamente íatto esporre nel grande dialogo intitolato al suo nome (e del quale, naturalmente, il presunto scritto di T. non era che un tardo estratto).
Il libretto è edito da J. J. de Gelder, Leida 1836, e in parecchie edizioni platoniche in appendice al Timeo.
Bibl.: W. Anton, De origine libelli Περὶ ψυχᾶς, ecc., I, Erfurt 1883; II, Naumburg 1891; M. Stephanides, Platon u. Lokros, in Philologische Wochenschrift, 1922, col. 1246.