timelapse
(time lapse), s. m. inv. Tecnica fotografica e cinematografica che consente di proiettare immagini in modo accelerato, al fine di rappresentare un fenomeno con una velocità superiore a quella con la quale avviene realmente.
• Ma come potrebbe essere una mappa completa del cervello umano? Dipende. Se si ha la curiosità di conoscerne la struttura, l’ideale sarebbe la versione cerebrale di Google Earth che parte dalla nostra corteccia e si ingrandisce fino a visualizzare il numero di neuroni. Ma il neuropsichiatra potrebbe essere più interessato a un «timelapse» che mostra come il disturbo bipolare evolve dalla nascita al primo sintomo e come la terapia al litio ne interrompe il processo. (Francesca Cerati, Sole 24 Ore, 6 luglio 2014, p. 10, Nòva24) • Il risultato è spettacolare: una prima macchina digitale in volo, attaccata agli alettoni e una seconda, una GoPro, alle spalle, per riprese in timelapse con il grandangolo. (Paolo De Luca, Repubblica, 1° ottobre 2015, Napoli, p. XI) • Il rischio era che il film morisse dopo venti minuti. E invece, nonostante un calo fisiologico e mille zeppe per tenerlo in piedi, arriva senza troppo annoiare fino alla fine (anche perché saggiamente dura, al netto dei titoli, un’ora e un quarto). La parte meno interessante è ovviamente il filone sentimentale, e molte scelte di regia sono debitrici del ritmo convulso del web, ma al cinema appaiono un po’ stonate: i montaggini con musica sotto, i time lapse, l’alternanza un po’ casuale di bianco e nero e colore. (Emiliano Morreale, Sole 24 Ore, 31 gennaio 2016, p. 36, In scena).
- Espressione inglese composta dai s. time ‘tempo’ e lapse ‘intervallo, lasso di tempo’.
- Già attestato nella Nuova Stampa Sera del 19 luglio 1953, p. 4 (L. P.), nella variante grafica time-lapse.