EULENSPIEGEL, Till (basso ted. Ulenspegel; forse da ül (d)en Spegel "wische den Hintern")
Burlone e buffone tedesco, nato, secondo la tradizione, a Kneitlingen presso Schoppenstedt verso la fine del sec. XIII o il principio del sec. XIV. Vagabondò per la Germania e forse si spinse anche in Italia e in Polonia, sempre pronto alla facezia e al motteggio ed escogitando in ogni luogo nuove beffe, spesso oscene, e nuovi inganni, per ridere del prossimo e per campare la vita. Morì nel 1350 a Molln, dove divenne presto l'eroe di racconti popolari, avventurosi e burleschi, che senza dubbio ebbero una o più redazioni scritte in basso tedesco. La redazione più antica conosciuta è del 1515 di Strasburgo (moderna ediz. di H. Knust, Halle 1885, e di Schroder, in facsimile, 1911), ma, molto probabilmente, una raccolta di storie di E., forse anch'essa in alto tedesco, dové uscire già nel 1483. Del 1519 è l'edizione attribuita da J. M. Lappenberg, che l'ha ripubblicata con ricco notiziario critico-storico (Lipsia 1854), al satirico cattolico Th. Murner.
Till è l'eroe del popolo; viene dalla miseria, dalla strada; è un fannullone che somiglia al picaro spagnolo. Lanciato anche lui nel mondo delle avventure, mentre fa il finto scemo, è invece pronto, astuto, motteggiatore, senz'affetti e senza religione, senza scrupoli e senza preoccupazioni per il domani. Sue peculiarità sono il vagabondaggio, la burla, l'inganno, la compiacenza per essi e la mancanza d'ogni svolgimento nel carattere. La storia della sua vita potrebbe sempre ricominciare. Egli infatti come visse, morì: l'ultima burla è fatta allo stesso parroco, accorso a confortargli l'anima prima dell'estremo viaggio.
Assai caro alla satira contadinesca, fu, nei primi tempi soprattutto, l'incarnazione della rude forza rusticana che si contrappone al rammollimento della gente più raffinata della città; ma in seguito la satira s'appuntò anche contro i potenti e si mescolò, durante la Riforma, nella polemica religiosa. Delle rimanenti elaborazioni del sec. XVI basterà qui ricordare quella di H. Sachs (Fastnachtspiel, 1553) e quella di J. Fischart in versi (Der Eulenspiegel reimenweis, 1572). Dalla Germania E. passò assai presto anche negli altri paesi: in Olanda e nelle Fiandre diventò una specie di personificazione dello spirito satirico del popolo: in Francia lasciò traccia di sé anche in vocaboli divenuti di uso comune (espiègle, espièglerie) in Inghilterra ebbe non minor fortuna sotto il nome, tradotto, di Howleglass. Particolare interesse offre la versione olandese, che apparsa ad Anversa senza data verso il 1512, fu modello alle versioni di molti poeti moderni che s'ispirarono alla figura di E. - nella sola Germania se ne conta una decina - e fra essi sono G. Hauptmann (1928), F. Wedekind (1916) e il fiammingo De Coster (1868; trad. italiana di U. Fracchia, 2ª ediz., Roma 1921). Notissimo è il poema sinfonico di R. Strauss, Till Eulenspiegel's lustige Streiche (1890).
Bibl.: W. Scherer, Die Anfänge des Prosaromans in Deutschland, in Quellen u. Forschungen, XXI, 1877; Prudentius van Duyse, Étude littéraire sur Tiel l'Espiègle, Gand 1858; F. Brie, Eulenspiegel in England, Berlino 1903; K. Schattenberg, Till Eulenspiegel u. der Eulenspiegelhof in Kneitlingen, 1905; H. Lemake, Der hochdeutsche Eulenspiegel, Friburgo 1908; Kadlec, Untersuchungen zum Volksbuch von Eulenspiegel, Praga 1916; Meridies, Die Eulenspiegel-Gestalt in der deutschen Dichtung, Breslavia 1924; in rapporto al romanzo picaresco e al Bildungsroman, v. R. Bottacchiari, Grimmelshausen, Torino 1921.