Swinton, Tilda (propr. Katherine Matilda)
Attrice cinematografica e teatrale scozzese, nata a Londra il 5 novembre 1960. Interprete di solida formazione teatrale, la S. ha saputo imporsi negli anni come protagonista della scena cinematografica indipendente, stabilendo un lungo sodalizio con il regista Derek Jarman. La sua recitazione magnetica è stata in seguito notata a Hollywood dove la S. ha iniziato a lavorare prevalentemente in film dal forte taglio 'autoriale'. Nel 1991 ha ottenuto la Coppa Volpi alla Mostra internazionale del cinema di Venezia per la sua interpretazione in Edward II (Edoardo II) di Jarman.
Proveniente da una famiglia della upper-class militare scozzese, la S. ha studiato alla Cambridge University dove si è laureata nel 1983 in letteratura inglese e in scienze politiche e sociali. La sua carriera teatrale è iniziata nello stesso anno quando si è unita alla compagnia del Traverse Theatre Company di Edinburgo per poi entrare a far parte subito dopo della Royal Shakespeare Company. Il suo percorso artistico è giunto però a una svolta nel 1985 quando ha incontrato Jarman, che l'anno successivo l'ha fatta esordire nel cinema in Caravaggio affidandole il personaggio di Lena, una prostituta innamorata di uno dei modelli preferiti dal grande pittore. Il suo sodalizio con Jarman è proseguito con gli sperimentali The last of England (1987), War requiem (1989) e The garden (1990), opere che hanno segnato la sua progressiva maturazione artistica. È stato però con la sentita interpretazione dell'impetuosa regina Isabella in Edward II che la S. si è imposta come emergente protagonista della scena indipendente. La consacrazione del suo fascino ambiguo e della sua recitazione istintiva è avvenuta con Orlando (1992) di Sally Potter, dal romanzo di V. Woolf, che le ha consentito di dimostrare tutta la sua camaleontica arte di interprete nel dare vita al complesso personaggio di un nobile inglese che attraversa cinque secoli di storia cambiando identità sessuale. Jarman le ha quindi affidato il ruolo di Lady Ottoline nel 'brechtiano' Wittgenstein (1993), sperimentale biopic dedicato al filosofo austriaco. Nello stesso anno la S. ha prestato la sua 'voce' a Blue, ultimo film di Jarman, toccante raccolta di poesie e di suggestioni del regista inglese sul tema dell'AIDS. Orfana del suo maestro, morto nel 1994, la S. ha proseguito il suo coerente 'cammino indipendente' interpretando, nel sofisticato dramma Female perversions (1996; Perversioni femminili) di Susan Streitfeld, un avvocato bisessuale, personaggio da lei arricchito con una variegata gamma di sfumature psicologiche. Dopo aver partecipato accanto a Derek Jacobi alla biografia del pittore F. Bacon Love is the devil (1997) di John Maybury, già scenografo e costumista di Jarman, ha lavorato nel dramma familiare The war zone (1999; Zona di guerra) che ha segnato l'esordio nella regia di Tim Roth, affrontando il doloroso ruolo di una madre testimone degli abusi del marito sulla propria figlia. L'ingresso nel mondo hollywodiano è quindi coinciso con lo sfortunato kolossal ecologico The beach (2000) di Danny Boyle. Ha poi collaborato con alcuni degli autori più promettenti della Hollywood contemporanea: Cameron Crowe in Vanilla sky (2001) e Spike Jonze in Adaptation (2002; Il ladro di orchidee). È stato però con The deep end (2001; I segreti del lago) di Scott McGehee e David Siegel, nel ruolo della madre 'hitchcockiana' disposta a tutto pur di salvare il proprio figlio, accusato dell'omicidio del suo amante, che la S. è riuscita nuovamente a lasciare il segno, ottenendo nel 2002 una nomination al Golden Globe come migliore interprete drammatica.